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Quale posizione deve assumere lo scrittore per avvicinarsi alle tragedie del passato e parallelamente veicolare la realtà della storia? Da questo quesito muove l'interessantissimo studio di Raul Calzoni, che pone al centro della sua analisi il rapporto tra narrare e ricordare quale fondamentale processo di conoscenza del passato nelle opere di Walter Kempowski e W.G. Sebald. La realtà della distruzione causata dalla guerra aerea e dal secondo conflitto mondiale riemerge qui violentemente come "storia ricordata", in una riformulazione che, per essere accolta ed elaborata, deve essere necessariamente mediata da una rimemorazione soggettiva il cui accesso ermeneutico è fornito, appunto, dalla sinergia tra storia (Geschichte) e memoria (Gedächtnis). Recuperando un "linguaggio sporco di storia", come è il tedesco, e attraverso un lavoro di campionatura documentaristica, Sebald e Kempowski assumono una prospettiva archeologica, protocollante degli episodi più traumatici della seconda guerra mondiale, in cui la "ricerca di una lingua abitabile in un Paese abitabile", di memoria bölliana, diventa l'impegno morale di una scrittura volta a scongiurare la progressiva tabuizzazione di un dolore collettivo. La rivendicazione di una necessaria rivitalizzazione delle capacità mnestiche della popolazione tedesca si realizza in un processo narrativo che pone storia e memoria in un rapporto di immediata successione, in cui elemento documentario e fittizio si sintetizzano in una moderna estetica del ricordo in grado di conciliare la tradizione letteraria (Gruppo 47) e filosofica (Adorno) tedesca del dopoguerra.
Manuela Poggi
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