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Trasposizione cinematografica a cura di Zack Snyder del capolavoro firmato Alan Moore. Pareri contrastanti se si chiede in giro sulla pellicola, ma personalmente è un film godibilissimo, fatto molto bene
Sulle malinconiche note di the sound of silence seppelliamo un Comico che di comico aveva solo una spilla, marchio di fabbrica che ironizza su un film che parla di super-eroi con la macchia, molto umani e poco eroi. Rorschach, l’ultimo vigilante in costume ancora attivo, inizia l’indagine sull’omicidio dell’ex collega. Mentre la verità prende forma viene smontato l’archetipo del super-eroe e lo seguiamo in una New York fittizia contrapposta alla concretezza dei suoi custodi. Sociopatici e crudeli, patetici e disillusi. Inevitabile simpatizzare con l’esasperata ed antieroica umanità della più cinica squadra di eroi, più folli dei criminali cui danno la caccia. Nessuno di essi possiede superpoteri, con l’eccezione di chi ne ha troppo. La depersonificazione del dr. Manhattan progredisce verso il disinteresse, perché “la vita è un fenomeno fortemente sopravvalutato”. Egli trascende il concetto di eroe mettendo in risalto proprio ciò che non ha: debolezza, tipica della natura umana. E forse il potere non logora solo chi ne è privo.
Ovvio, non si può paragonare la graphic novel col film e non lo farò. Sceneggiatore e regista hanno fatto un ottimo lavoro, hanno reso soprattutto la trama principale del romanzo, i personaggi resi fedelmente, una regia interessante all'inizio, ma che poi si trasforma in una specie di videogioco. Giustamente, hanno tralasciato le sottigliezze di Moore, perdendo però il senso profondo del racconto. Un buon prodotto, forse troppo serio, forse troppo attento al gusto del pubblico. Mediocre, ma si vede volentieri.
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