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sarà che a 55 anni certe innovazioni grafiche mi lasciano molto perplesso: la scritta “world press photo” sulla costa del volume che scollina in parte sulla copertina mi sembra, sarò educato, discutibile; è fastidiosa e di difficile lettura e comprensione quindi, a che serve? nelle prime 50 pagine all’estremità destra della doppia pagina si vede un pezzo della foto della doppia pagina successiva! a cosa serve? a spingere il lettore a girare la pagina per vedere che foto è? chi acquista il catalogo WPP sa quello che acquista e non ha bisogno di essere stimolato a girare la pagina; sempre le prime 50 pagine quasi inutili perché sono di fotografie che troveremo poi più avanti… quindi doppioni; a fronte di questi inutili doppioni troviamo in fondo la pagina 240 con 6 microfoto di 5 x 5 cm, di menzioni d’onore… a cosa servono? a farmi arrabbiare perché mi dimostrano che c’è altro oltre alle foto vincitrici ma che c’è spazio sul catalogo; sono pubblicate circa 135 fotografie a fronte di circa 160 nel catalogo dello scorso anno il cui confronto è SOLO IMPIETOSO; prendo per es. il catalogo dell’edizione 2012, dieci anni fa, e svengo per il confronto! sono sempre pronto a rivedere il mio giudizio se qualcuno mi spiegherà il valore e la bontà delle scelte grafiche di cui sopra. il valore intrinseco del catalogo è sempre BEN OLTRE le 5 stelle anche se sarebbero necessarie almeno il DOPPIO delle pagine per fotografare il ns mondo ogni anno. devo metabolizzare la scelta di suddivisione in aree geografiche e non più in aree tematiche: anche se c’è l’esigenza di “parificare” le aree geografiche penso che questo comporti per forza (come ogni scelta) sacrifici dolorosi in quanto ogni area è costretta nei soli 4 progetti vincitori. oltre alle foto vincitrici, del resto non c’è traccia… tutto perduto! di questa scelta mi riservo il giudizio fra qualche anno… almeno un passo indietro per quello che è lo yearbook universalmente riconosciuto del fotogiornalismo e del reportage.
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