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Anno edizione: 1998
Anno edizione: 2016
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Un album interessante e per certi versi "sperimentale", attesta la ritrovata serenità e coesione del gruppo. A differenza del disco precedente in cui per la prima volta mancavano dei singoli veri e propri, qui i PJ lanciano le stupende Wishlist e Do the Evolution, e rilasciarono anche un video musicale per quest'ultima (cosa che non avevano fatto per anni). Bel disco ma personalmente lo considero un gradino sotto ai primi quindi 4 stelle.
Il quinto album dei Pearl Jam, Yield, esce nel 1998 e ci racconta di una band 'sopravvissuta' all'era del grunge in maniera più che convincente, solida, che ha ancora tanto da dire e che, forse per la prima volta nella sua poco meno che decennale carriera, ha deciso di strizzare l'occhio a MTV e alle radio in maniera netta. Lo dimostra il singolo di lancio Given to fly e lo conferma l'epocale hit Do the evolution, con quel riff punkeggiante dai suoni smorzati, rassicuranti; anche il terzo singolo estratto dal lavoro, la dolce ballata Wishlist, va esattamente nella stessa direzione. Fra gli episodi più ruvidi di questo disco troviamo comunque l'apertura frenetica di Brain of JKF, la trascinante No way e la bizzarra Pilate che alterna la classica strofa placida a un ritornello scatenato; indimenticabile poi la chiusura lenta e rassicurante con All those yesterdays. Eddie Vedder e compagni sono in formissima, hanno una gran voglia di dircelo e Yield è un'ottima e apprezzabilissima maniera per farlo.
Quinto album dei Pearl Jam, è una sorta di sintesi dei precedenti 2-3 dischi: chiaramente il gruppo è cresciuto sia artisticamente che umanamente, i testi di Vedder si fanno sempre più riflessivi e profondi. Personalmente adoro la prima parte dell'album, che è da 5 stelle, e ci sono anche canzoni che non sono considerate singoli ma che io ho sempre trovato "potenti", come Brain of J., No Way, e Pilate. Purtroppo invece nella seconda parte continua il trend di inserire anche pezzi sperimentali senza capo né coda, come l'ottava traccia (senza titolo) o l'abominevole Push me, Pull me. Tutto sommato un disco molto migliore del precedente che si attesta su ottimi livelli.
Recensioni
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