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Zia Antonia sapeva di menta - Andrea Vitali - ebook
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Zia Antonia sapeva di menta
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Informazioni del regalo

Descrizione


«Un artigiano della parola, un affabulatore fuori ordinanza.» Bruno Quaranta, «ttL – La Stampa» «Secondo me, Vitali sorpassa con la sua levità Guareschi.» «Il suo è puro gioco narrativo con momenti di alto virtuosismo.» Antonio D'Orrico, «La lettura – Corriere della Sera» «Un grande narratore che, come Piero Chiara e Mario Soldati, sa raccontare la profondità della superficie.» Bruno Quaranta, «Tuttolibri» «La forza delle storie di Andrea Vitali nasce da una innata capacità di ascolto delle vicende della gente comune che egli trasforma in prodigiosa azione romanzesca.» Fulvio Panzeri, «Avvenire» «Aglio, cipolle, rape, ravanelli e porri sono verdure indigeste che non diamo mai agli ospiti della casa!» Suor Speranza ne è sicura: nel minestrone che ha distribuito ai pazienti della Casa di Riposo di Bellano l’aglio non l’ha fatto mettere di sicuro. Allora come mai Ernesto Cervicati, entrando nella stanza di zia Antonia, ha sentito quell’odore, invece dell’aroma inconfondibile e fresco della menta? Ernesto conosce bene il rassicurante profumo delle mentine di cui è golosa la sua anziana parente. Certo meglio di suo fratello Antonio, che della zia non ha mai voluto saperne: gli interessava molto di più Augusta Peretti, una trentacinquenne ossigenata e vogliosa, nonché figlia di salumiere. Ernesto invece aveva accolto zia Antonia in casa sua e l’aveva accudita per tre anni, finché lei, un po’ per non gravare troppo sul nipote, un po’ per pudore, aveva deciso di trasferirsi all’ospizio. Quel sorprendente odore d’aglio è un piccolo enigma. Forse è l’indizio di qualcosa di più grave. A indagare, oltre a Ernesto e all’energica suor Speranza, si ritrova anche il dottor Fastelli, medico dal carattere gioviale ma di grande sensibilità. Intorno a questo profumato mistero, Andrea Vitali costruisce un romanzo carico di tenerezza, una di quelle storie che, come zia Antonia, ti accarezzano in un fresco abbraccio. Per poi regalarti, alla fine, una sorpresa.
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
147 p.
Reflowable
9788811133636

Valutazioni e recensioni

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fra.cappellano
Recensioni: 4/5

Una questione familiare non insolita da ritrovare nella vita quotidiana. Caratterizzando ogni personaggio, l'Autore ci fa sorridere.

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Grazia
Recensioni: 2/5

Vitali che mi aveva intrigato con le sue prime storie bellanesi, questa volta mi delude. Conoscendo minimamente il suo modo di raccontare, si intuisce il finale giá a metá del libro. Che scorre via piacevolmente, é vero, propone qualche carattere anche divertente, ma poco piú. Troppo semplice, troppo prevedibile. Qui manca l'inventiva di "Olive comprese", ad esempio. E il disegno della trama stessa, per vari aspetti, non gode del realismo che abbiamo trovato in altre precedenti. Insomma caro Vitali, la ripetitivitá incombe. Nuova ispirazione cercasi...

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Renzo Montagnoli
Recensioni: 4/5

Scritta con un ritmo da galop, Zia Antonia sapeva di menta è una commedia degli equivoci che si legge in un amen. La vicenda ha inizio con l’affezionato nipote Ernesto che si reca in visita alla zia Antonia, ricoverata all’ospizio di Bellano gestito dalle suore. Entrato della stanza della congiunta, anziché notare il profumo di mentine di cui la donna fa largo uso avverte un’intensa puzza d’aglio, una stranezza, come lui giustamente considera, perché certe verdure non devono entrare a far parte della dieta dei vecchietti. Interessa così la superiora, che si prende a cuore la faccenda, tanto più che zia Antonia si rifiuta ostinatamente di mangiare fino a quando non salta fuori l’estratto del suo conto corrente bancario. Ed è il denaro, direttamente o indirettamente, il piatto forte intorno al quale c’è chi gira in modo interessato e c’è chi invece se ne tiene, apparentemente, lontano. Fra due fratelli, che prima non si parlavano, ma che ora per esigenze contingenti si riavvicinano, con un medico condotto che scopre in sé una nascosta vocazione di investigatore, con un saldo di conto corrente che, benché apparentemente non movimentato, cambia d’importo, in una perfetta vicenda degli equivoci si snoda la storia, a un ritmo costantemente elevato, da galop, appunto, come il celebre ballo ottocentesco. Poi, all’epilogo, a vicenda apparentemente conclusa, le acque si calmano ed è allora che c’è la sorpresa, una vera e propria ciliegina su una torta indubbiamente ben confezionata, e per di più leggera, snella, con una costante punta di dolce che non stanca, insomma certamente il solito romanzo di Vitali, ma con qualche cosa di più, perché altrimenti non si spiegherebbe perché nei giorni successivi alla lettura ogni tanto torni in mente, lasciando una sensazione di gradevole freschezza.

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La recensione di IBS

L’odore dei soldi, a Bellano, è un profumo di menta.
Almeno fino a quando, beninteso, il profumo non viene coperto da un’insopportabile puzza di aglio. Quando quel lezzo persistente ristagna nella stanza di zia Antonia, ospite della casa di riposo di Bellano, al nipote Ernesto Cervicati, in visita alla zia come tutti i giorni, i conti non tornano: che le suore abbiano avuto la mano pesante nel condire le pietanze che hanno servito ai degenti? Ma no. È impossibile. I gesti e i riti che si ripetono giorno dopo giorno nella casa di riposo non ammettono deroghe. Qualcuno ha portato quell’odore di aglio da fuori. Ma chi?
Suor Speranza, che gestisce la gloriosa istituzione bellanese con mano ferma e piglio autorevole, indaga. E la stessa zia Antonia, avvolta nel suo consueto alone, non può aiutare a sciogliere il mistero, perché si rifiuta di rispondere a qualsiasi domanda, chiusa in un mutismo ostinato e sconcertante. Cosa sta succedendo?
Ecco una sarabanda bellanese cucinata con tocco sapiente da Vitali, un piattino poco impegnativo ma saporito, che ci inebrierà degli aromi lacustri e un po’ grassi tipici della narrativa di questo autore.
Come spesso accade nei romanzi di Vitali, tutto sembra muovere dal piacere di nominare i propri personaggi attingendo a un repertorio fantastico di nomi e cognomi che fanno tanto provincia ubertosa, che evocano tradizioni consolidate attraverso generazioni di piccola borghesia di bottega. Ma anche i momenti storici in cui le storie sono ambientate hanno la loro importanza, e in quest’ultimo Zia Antonia sapeva di menta la vicenda narrata trova spazio agli inizi degli anni Settanta.
Oggi sarebbe più difficile immaginare una storia come quella di zia Antonia, dei suoi due nipoti Ernesto e Antonio e della ossigenata Augusta Peretti, felliniana figlia di salumiere nonché moglie del suddetto Cervicati Antonio, delle cui brame irrefrenabili è oggetto ad ogni ora del giorno e della notte.
Ma c’è anche un esercito di volonterose suorine che guardate in controluce, attraverso qualche refolo della breva che increspa le acque del lago, possono sembrare somiglianti alle "pinguine" dei Blues Brothers; come quelle intente a perseguire il bene con qualunque mezzo, e come loro soggette ai disegni malandrini di qualche ipocrita.
Chi sarà, a voler mettere le mani sul patrimonio accumulato nel corso di una vita di morigeratezza esemplare dalla zia Antonia, che si è concessa giusto il vizio di mangiare mentine a tutte le ore? Da buon osservatore di costumi e tipi umani, Vitali è troppo accorto per puntare il suo indice - più divertito che giudicante - sui bersagli più ovvi, e grazie al suo ormai acclarato talento per le storie, riesce a farci stupire anche di cose che sotto sotto avevamo sospettato sin dall'inizio della nostra lettura. Bravo!

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Andrea Vitali

1956, Bellano (Lecco)

Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L'ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo...

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