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Anno edizione: 2009
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non servono parole per descrivere questo folle capolavoro.
Ho letto anche un po' di recensioni che davano due stelle, per me qui si stà cannando completamente lo scopo della lettura se si vuole leggere un libro "con colpi di scena e smascheramento di misteri" è come quelli che guardano i film di azione americani e dicono che non gli piace Fellini. Io l'ho trovato un racconto pieno di spunti che porto dentro di me
Il difetto grosso di questo libro è che è troppo lungo, inutilmente lungo. Aggiungerei anche che non é un romanzo ma bensì una raccolta di storie senza legami veri. Il quarto libro "la parte dei delitti" è una incredibile, monotona e brutale sequenza di uccisioni di donne. Ci vuole molta fede per continuare nella lettura... Poi è giusto dire che Bolano é forte: è una specie di Sergio Leone della letteratura, con pagine intense che ammaliano davvero. Mi ha stordito una pagina dove salta fuori Giacomo Leopardi col suo "canto notturno di un pastore errante" frainteso per Benito Juarez che la raccomando.
Recensioni
Per il decennale della morte di David Foster Wallace si è assistito a un notevole proliferare di articoli, e conseguenti dibattiti social, non di rado caratterizzati dal fatto che la maggior parte di chi si esprime circa l’autore e il suo magistero lo conosce attraverso i suoi bellissimi saggi, i suoi eccellenti racconti o per lo spassoso reportage Una cosa divertente che non farò mai più, ma non ha letto Infinite jest , il romanzo-mondo che è fulcro e apice della sua opera, cosa che, specie in un paese in cui pure non si legge granché il suo diretto progenitore Pynchon (o tantomeno il “progenitore 2”: Gaddis) può causare rilevanti fraintendimeni: il parlarne come di un grande osservatore, di un uomo di straordinaria sensibilità o dell’alfiere dello stato d’animo dominante la nostra epoca. Tutte caratteristiche che senz’altro gli appartengono, ma che non sono che corollari alla sua capacità di scrittura: all’esattezza della sua prosa e alla complessità delle sue architetture narrative – e al fatto che avesse stabilito nel romanzo il dispositivo più efficace per l’analisi della realtà.
Il primo altro romanzo-mondo a catturare la nostra attenzione dopo Infinite jest fu 2666 di Roberto Bolaño, di cui quasi parrebbe futile parlare, vista la sua posizione, poco insidiata, di miglior romanzo del secolo in corso, e che invece è essenziale ricordare per la sua natura: se Infinite jest riprendeva e portava a compimento la tradizione del grande romanzo massimalista statunitense, Bolaño, ibridandola con le lezioni di Borges e Cortázar, e con quella letteratura europea di cui era fine conoscitore, riesce, con 2666, nell’impresa di generare un romanzo davvero lanciato, per forma, struttura e suggestioni, nel secolo a venire.
Vanni Santoni
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