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Anno edizione: 2018
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Non ho amato questo libro. Troppo compiacimento autoriale. Eppure correvo ad ogni pagina. Riproverò l'esperienza di leggere qualche altro libro di Covacich, ma con molte riserve.
L'autore sa il fatto suo. Perfino troppo. La scrittura è controllatissima, arguta, spiritosa ma con moderazione, drammatica quanto basta. Nessuna parola sprecata, nessun cedimento ad una leggerezza che possa puzzare, anche vagamente, di distrazione o peggio di sbracatura. In questa coppia di racconti lunghi in cui a due temi fondamentali, il significato del mestiere di scrittore e l'eutanasia, se ne accodano com è giusto una serie di secondari (l'inganno, il sesso, la nostalgia del tempo passato etc.) Cavacich ci mostra di saper disinvoltamente parlare di lettere classiche (Virgilio), di musica pop-colta (Brien Eno), di scienze navali, di neurologia, di musica classica, d'arte figurativa, e via citando. I temi sono importanti e spesso l'autore sa andare a fondo, ma tutto suona troppo ricercato, troppo voluto, il sospetto di esibizione intellettuale è, a più riprese, molto forte. Modesto consiglio agli autori italiani: rileggetevi Natalia Ginzburg.
Di primo impatto può sembrare un libro diviso in due parti ben distinte, ma non è così c'è un personaggio che lega benissimo le due sezioni del testo e si chiama Angela. La trama: si parte da Bari x una crociera su una nave scuola della GDF e si risale l'Adriatico per scopi educativi e sociali, l'io narrante è lo stesso scrittore che interpreta se stesso. La sorpresa sta nel fatto che al romanziere appare come d'incanto nella sua cabina una ragazza di colore, Angela, con cui intesse un fitto scambio di pensiero..e non solo. Ad ogni tappa della crociera Covacich abbina con maestria considerazioni sia di carattere privato e della sua famiglia, che soprattutto digressioni riguardanti l'ex Jugoslavia, affrontando con sagacia e preparzione temi di natura geografica,storica,economica,sociale,culturale e tanti altri ancora dell'area slava; molto bella questa parte la segnalo con convinzione. Libro diviso in due dicevo sì perché una volta giunta la nave a Trieste ,Covacich fa proseguire il romanzo a ..Roma. Ed ecco che ad essere protagonista assoluta è Angela, la stessa della prima parte, questa volta però in veste di infermiera che corre al capezzale di malati terminali e.... Chi leggerà il libro, si accorgerà che i discorsi di cui parlavo, relativi alla prima parte del libro, e gli spunti e le considerazioni e i dialoghi cardine della seconda parte, alla fin della fiera riconducono tutto ad un essenziale e particolare voglia dello scrittore di far emergere, attraverso queste pagine, l'incapacità di tutti noi nel saper e poter affrontare la sofferenza umana e come antidoto salvifico viene esaltata la memoria. Bel libro più facile da leggere che da spiegare
Recensioni
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