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Accabadora - Michela Murgia - copertina
Accabadora - Michela Murgia - 2
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Accabadora

Descrizione


Premio Campiello 2010. Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come "l'ultima". Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. "Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia". Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.
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Dettagli

2
2009
26 maggio 2009
164 p., Rilegato
9788806197803

Valutazioni e recensioni

3,83/5
Recensioni: 4/5
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Dodora
Recensioni: 1/5
Troppi manierismi

Scrittura troppo compiaciuta e manieristica, personaggi poco credibili , specie quelli mibori come Piergiorgio.

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Sara
Recensioni: 3/5
Discreto

Avevo grosse aspettative in merito a questo libro, di cui non ho voluto leggere le recensioni perché non volevo essere influenzata. Mi e’ piaciuta la storia e seppur scritto molto bene, non ho apprezzato lo stile narrativo, per me un po’ troppo “ pesante”. Un 7+. Avendo letto prima libri come l’arminuta, ecco avrei voluto che Maria mi entrasse più dentro come personaggio.

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annaetosca
Recensioni: 5/5
Un'isola di senso

C'è tanto in questo libro, tanto che si fatica ad assimilarne l'intero prisma delle sfaccettature. La scrittura è un lino grezzo, bianco e odoroso di corredi che attendono solo di manifestarsi alla vista e al tatto. La trama è un ricamo che trattiene storie antiche e sentimenti senza tempo, lo spazio sacro della vita che si sublima nella morte. La maternità è la grande protagonista, negata, cercata, surrogata, La maternità che presiede la vita e la morte. L'autrice ha operato in uno stato di grazia, è innegabile, con uno stile tutto suo che non ammette prestiti da illustri predecessori.

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Michela Murgia

1972, Cabras

Michela Murgia (Cabras 1972 - Roma 2023), intellettuale, attivista e scrittrice, è tradotta in ol-tre venticinque paesi, in tre continenti, e ha ricevuto numerosi premi — tra cui il Campiello, il SuperMondello e il Cavalierato delle Arti e delle Lettere del ministero della cultura francese.Dopo aver svolto diversi lavori (spesso precari) ha esordito nel 2006 con Il mondo deve sapere, che ha ispirato il film di Paolo Virzí Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato: Viaggio in Sardegna (2008), Accabadora (2009), Ave Mary (2011), L’incontro (2012), Chirú (2015), Futuro interiore (2016), Istruzioni per diventare fascisti (2018), Stai zitta (2021), e God Save the Queer (2022). Con Chiara Tagliaferri ha scritto Morgana. Storie di ragazze che tua madre non...

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