Ah l'amore l'amore
- EAN: 9788838940361
73° nella classifica Bestseller di IBS Ebook eBook - Narrativa italiana - Gialli - Narrativa gialla

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18/01/2021 23:07:09
Adoro Manzini, sono dipendente da Rocco Schiavone, ho letto tutti i libri e aspetto già il prossimo. Ma questo mi è sembrato un pò deludente. Non sono d'accordo sul fatto che Rocco si faccia delle canne, e che Manzini sdogani la cannabis, è un messaggio negativo, non lo dico per moralismo, ma perchè conosco persone che ne sono danneggiate dall'uso.
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11/01/2021 09:41:06
Bello, bello, bello: quando sei arrivato alla fine aspetti che esca il prossimo per continuare a leggere le storie di Schiavone, il vice questore umano.
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22/11/2020 20:20:14
Libro ben scritto, trama che ti prende, come tutti i libri di Manzini, ma sono da leggere i precedenti per capire meglio
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06/09/2020 08:20:56
Se mi si chiedesse di definire questo libro con una sola parola, risponderei che l'ho trovato "interlocutorio". Schiavone è troppo sbirro inside per fare solo il degente-convalescente, persino all'interno di un ospedale: e su questo l'autore costruisce l'ennesimo tocco di grazia nel tratteggio delle varie umanità che rappresenta. Solo un episodio nella saga del nostro amato protagonista? Oppure Manzini ci prospetta l'inizio di qualche evoluzione nella sua lettura degli affanni che "ci" colpiranno, quasi inevitabilmente ? .
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31/08/2020 08:09:00
Il personaggio più riuscito del panorama giallo italiano contemporaneo, senza dubbio. E questo basta.
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28/07/2020 16:49:22
La componente gialla mi è parsa più semplice, ai limiti dell’autorisolutivo, ma non è questo il punto principale da considerare. Se sei affezionato come lettore a Rocco e al suo clan, ciò significa che ti fa piacere anche seguire l’evoluzione dei personaggi seriali, che il giallo è solo un quid pluris, una circostanza che li vede operare mentre sono parallelamente presi anche dalle proprie vicende personali. Il mood di Rocco è come di consueto (anzi forse un po’ di più) malinconico, ma si tratta, questa volta sicuramente più delle altre, di quella malinconia perniciosa, che spinge più all’autoannientamento, che rischia di contagiare non solo i coprotagonisti ma anche il lettore, e questo ha reso meno graffiante il personaggio, che, seppur con qualche sporadica battuta che ha fatto scattare la risata istantaneamente, è rimasto piuttosto sotto tono. E ridottissimi sono stati i momenti che preferisco in questa serie: quelli in cui torna a dialogare con la presenza della moglie defunta, la quale ha gioco duro nel cercare di invitarlo a farsi una nuova vita, e a smarcarsi da questa consuetudine a cui lui rimane avvinghiato. Le vicende dei comprimari valdostani mi sono apparse un po’ troppo caricate: il cortocircuito di Scipioni (alle prese con tre ragazze contemporaneamente, per di più parenti tra loro), Casella davanti a un nascente amore che stenta a dichiarare, Italo nel tunnel della ludodipendenza, Deruta e D’Intino sempre i soliti imbranati, Fumagalli sempre il solito esaltato (competente ma esaltato), la Gambino sempre la solita complottista (competente ma complottista). Ed evanescenti anche i passaggi dedicati ai comprimari romani, con l’improbabile lettera che Sebastiano lascia a Rocco, dopo aver vigilato sull’amico nell’arco di tutta la degenza. Quindi classificherei questo romanzo non come un passo avanti nello sviluppo dei personaggi, ma semmai un passo indietro, oppure come un mero episodio interlocutorio.
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17/05/2020 20:45:16
Tre stelle per l’affetto che nutro per questa serie ma sono molto perplessa. Un libro decisamente sottotono: il caso è piatto, privo di colpi di scena e poco interessante; il filo rosso che lega i libri non viene trattato, quindi non si va avanti con la storia; come iniziato nei libri precedenti, anche qui Manzini continua a dare spazio anche agli altri personaggi. Da un lato mi viene da pensare che sia tutta un’operazione commerciale, un libro già bello pronto per la serie tv, che allunga un po’ il brodo e permette di fare un’altra puntata.
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17/05/2020 19:31:07
questo non mi ha convinto tanto, ma non è stato brutto
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16/05/2020 19:46:30
Il vicequestore Schiavone è una figura reale, verosimile, una persona a prima vista malinconica, un introverso malgrado le origini romanesche, popolari, burine e caciarone, una persona insofferente e un po’ orsa, pronto spesso a deviare dalla linea diritta della giustizia, se la traiettoria non lo convince del tutto. Perché diciamolo, è un poliziotto che infrange spesso e volentieri le regole, è vero, che si macchia di qualche delitto, e non importa di quale misura, non dovrebbe farlo e basta, è pur sempre una persona per scelta e giuramento tenuto a far rispettare la legge dello stato, senza deroghe ed eccezioni. Rocco Schiavone però, appunto, non è un eroe, è un uomo comune, con la sua storia, che l’ha plasmato esattamente nel modo tutto suo come si presenta. Rocco Schiavone è un uomo qualunque, con una sensibilità estrema, un’empatia umana sopra la media, cui però la vita ha riservato il colmo dei destini per un uomo di simile inclinazione: Schiavone ama la pulizia di spirito, la lealtà, la fedeltà agli amici, l’amore per la sua donna, ed è invece costretto quotidianamente a sguazzare tra omicidi, lordure, tradimenti, infedeltà, violenze e tutto questo fango, alla fine, gli penetra sottopelle lasciandogli un alone scuro. Quest’ultima avventura lo trova convalescente, poco prima del Capodanno, in un letto d’ospedale a Aosta, dove si va riprendendo dopo l’operazione a seguito di una grave ferita, dopo un conflitto a fuoco nell’esercizio delle sue funzioni. In questo romanzo Manzini ha raccontato di Schiavone, certo; e però, mai come stavolta, ha dato ampio spazio ai comprimari delle sue storie. E alle loro vicende amorose. Quasi volesse indicare che, anche per il vicequestore, gli anni passano, che non è invulnerabile, forse è il caso che si metta un momento da parte, che faccia un passo indietro, che si parli d'altro. È questa sua fragilità, che lo rende umano, perciò gradito. Anche con un pezzo in meno. Qui si parla d’amore, quindi, ah l’amore, l’amore.
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16/05/2020 15:38:36
Rocco Schiavone, lo sbirro più politicamente scorretto che ci sia! Con qualche anno in più e un po' "acciaccato" ma non ha perso smalto. Come sempre Manzini sa tenere il lettore incollato alla pagina fino all'ultima parola. Per i fan di Schiavone e non.
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16/05/2020 13:06:19
Una nuova indagine per Rocco Schiavone costretto ad indagare da un letto di un ospedale per un caso di malasanità; lo farà direttamente dal letto, vagando per l'ospedale con pigiama ciabatte e pistola. E intanto il vicequestore è alla soglia dei suoi cinquant’anni, certe durezze si attenuano, forse un amore si affaccia. Sullo sfondo prendono più rilievo le vicende private della squadra.
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16/05/2020 09:53:40
Rocco Schiavone non tradisce. ennesima bella storia della saga. alcuni personaggi che ruotano intorno al vicequestore cominciano ad essere più sviluppati e vale la pena per Manzini di insistere su questa strada sviluppando delle storie parallele al giallo principale altrimenti finisce per incancrenirsi sulla singola storia e sulla ripetitività del personaggio come accaduto al Montalbano di Camilleri.
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16/05/2020 08:57:48
Ormai è una sicurezza! Ennesimo gioiellino della saga del vicequestore Rocco Schiavone. Accanto al racconto dell'indagine, scorrono intense le vite dei colleghi di Rocco: stavolta infatti abbiamo l'opportunità di conoscere più da vicino alcuni di loro, proseguendo su una scia nata nel romanzo precedente. Ognuno di essi così non è più solo un "caratterista" che affianca il protagonista, ma un personaggio a tutto tondo, con vizi, virtù, pensieri, dubbi, debolezze.
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15/05/2020 14:33:03
assolutamente da non perdere! Schiavone non delude, e' una certezza! Ora, il peggio sara' dovere aspettare il prossimo capitolo..
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15/05/2020 11:18:28
Manzini ha la dote di mantenere alto il livello dei suoi romanzi con protagonista Rocco Schiavone, persino quando il personaggio dovrebbe starsene nel letto d’ospedale dopo un intervento che leggero non è certo stato. Il suo “Ah l’amore l’amore” non ti getta nel bel mezzo di un’azione da farti tremare le vene ma ti prende piano e ti porta a entrare in una storia che è sempre parte della vita quotidiana dei suoi così diversi personaggi. A partire da Scipioni che in questa puntata dà il meglio di sè… Il suo romanzo, come al solito, è un frullato di vite dal cui succo esce il meglio. E talvolta la storia che sta alla base del libro passa in secondo piano senza che il lettore si senta preso in giro. Una delle magie di Manzini.
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15/05/2020 08:17:19
Antonio Manzini non sbaglia mai. Ogni libro è una conferma: la scrittura piacevole che scivola tra le mani, il taglio realistico e la descrizione di luoghi e persone con una naturalezza che mi colpisce sempre. Quelle parole che rimangono in testa per giorni e poi lui... Rocco Schiavone. Il diavolo e l’acqua santa insieme. Ne sono sempre profondamente affascinata.Consigliatissimo
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14/05/2020 18:59:33
Ho sempre guardato la serie televisiva del Vice Questore Rocco Schiavone ma questa volta ero curiosa di leggere prima il libro. Ero un pò perplessa convinta che il libro non rendesse bene la storia e invece lo consiglio. Però se siete curiosi come me di sapere chi è il colpevole dovete leggerlo tutto d'un fiato in pochi giorni. E' il primo libro di questo autore che leggo e devo dire che mi sono divertita tanto quanto guardare le puntate in Tv.
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14/05/2020 18:21:24
Una lettura piacevolissima, scorrevole e leggera, come Antonio Manzini ci ha insegnato. Le indagini del burbero Rocco Schiavone continuano anche da un ospedale. Un libro da leggere tutto d'un fiato. Consigliato
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14/05/2020 13:56:10
Un altro bel libro di Manzini e del suo protagonista, colorito con una “crescita” anche di altri personaggi.
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14/05/2020 10:52:56
Nostalgia e ironia un po amara mixate con fluidità nella descrizione dell'azione. La parte centrale diventa quasi sceneggiatura televisiva con la narrazione di episodi relativi a personaggi secondari. Rocco è tornato più vivo che mai
