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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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Chi già conosce Günter Grass, sa che è un contorsionista della letteratura, la cui prosa ha sempre la capacità di stupire. Non importa quanto si è letto e se si sono toccate le più alte e placide vette della Letteratura mondiale; quando si riprende in mano questo scrittore incredibilmente creativo, visionario, compulsivo, contorto e imprevedibile, si prova un senso di spiazzamento e le categorie di giudizio normalmente applicate alla narrativa, saltano. È un libro assurdo; spettacolarmente assurdo. Pazzo, di una sana pazzia modernista. Rientra nella mia listina dei controromanzieri, quelli 'modicamente' allucinati (ma bravi!) tipo Moresco, Perec, Dick, Rushdie, Cortázar. Sono letture molto impegnative; o si prende o si lascia: io, a piccole dosi e con cautela, continuo a prendere perché comunque ne esco sempre con qualcosa in più, e anche perché fra grovigli di sintassi, fatti, personaggi, pensieri complessi e tortuosi spunta, di tanto in tanto, qualche perla di lapalissiana semplicità e veridicità: "La Storia insegna?" - "Sì, può insegnare, ma noi siamo pessimi allievi." E poi, si può amare anche senza capire proprio tutto... no?
Leggendo le recensioni ho iniziato la lettura di questa opera in modo teso..... Ma poi pian piano mi sono rilassato e a dire la verità, alle ultime pagine "desideravo che non terminasse". Uno dei capolavori del 900.... Non ho parole per la profondita' di questa opera...... I giovani che indossano occhiali e riescono a vedere gli orrori che i propri genitori hanno commesso...... Un guardarsi allo specchio e riconoscere che questa parte oscura della storia è stata commessa grazie a noi... Un male radicato nelle famiglie..... Non nascondo che questa trilogia mi è rimasta nel cuore e questo artista per me è unico...... Gatto è topo é il top.... Poi sono gusti..... Io dalla lettura voglio di più..... E questo lavoro è il top........ Ora capisco quella puzza di cipolle che sentivo nelle case e per le strade (serviva per coprire la puzza dei morti)
Fino alla seconda parte (il racconto di Harry Liebenau) è un romanzo maestoso, uno dei più belli mai scritti. La terza parte (le Materniadi, ovvero il racconto di Walter Matern) è di una pesantezza cosmica: 200 pagine illeggibili, senza senso, un'autentica zavorra. Peccato....
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