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L'antifascista. Giacomo Matteotti, l'uomo del coraggio, cent'anni dopo (1924-2024)
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L'antifascista. Giacomo Matteotti, l'uomo del coraggio, cent'anni dopo (1924-2024) - Massimo L. Salvadori - copertina
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antifascista. Giacomo Matteotti, l'uomo del coraggio, cent'anni dopo (1924-2024)

Descrizione


«Giacomo Matteotti condusse una opposizione intransigente nei confronti del fascismo, la cui natura e pericolosità aveva acutamente compreso e denunciato per tempo. Fu l’uomo del coraggio. Per questo il fascismo volle che fosse consegnato alla tomba, così da farne tacere la voce». Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti, segretario del Partito socialista unitario, fu rapito e trucidato a Roma ad opera di una squadra di sicari fascisti, colpevole di aver osato in un celebre discorso alla Camera denunciare che le elezioni politiche svoltesi il 6 aprile di quell’anno erano avvenute in un clima di sistematiche violenze e di brogli sfacciati. Matteotti pagò con la vita il suo coraggio. L’assassinio fece traballare il governo Mussolini, aprendo una crisi gravissima nella politica e nella società italiane, superata da un lato per la debolezza dimostrata dalle opposizioni divise sul da farsi, e dall’altro per l’appoggio dato al governo dalla monarchia, dalla gran parte della borghesia e dall’esercito. Il delitto ebbe una eco enorme non solo in Italia. Matteotti entrò nella leggenda: fuori dai confini dell’Italia fascista egli divenne, negli anni del regime, il simbolo della lotta contro il fascismo; in un gran numero di piazze gli vennero eretti monumenti; pittori, scultori e poeti gli dedicarono opere. Durante la guerra di Spagna e la Resistenza combatterono Brigate ispirate al suo nome. In Italia, sconfitto il fascismo, la figura di Matteotti fu finalmente riscoperta, ma non fu celebrata come avrebbe meritato: il Partito comunista e anche quello socialista, nella fase in cui rimase ad esso subordinato, lo considerarono, per un lungo periodo, un «socialdemocratico», un «riformista», insomma un eretico. La giusta valutazione del suo pensiero e della sua opera è stata resa finalmente possibile a partire dagli anni ottanta, quando venne avviata la pubblicazione completa dei suoi scritti. Questo acuto saggio di Massimo L. Salvadori intende contribuire a rimuovere, a cent’anni di distanza, la patina dell’oblio, ma anche quella della pura e semplice celebrazione. Ma Matteotti fu soprattutto l’uomo del coraggio, come testimoniano gli scritti raccolti nell’appendice al volume, composta da un lungo articolo di Andrea Caffi, dal titolo Cronaca di dieci giornate, pubblicato il 30 giugno del 1924, a ridosso del sequestro e dell’assassinio Matteotti, ricostruendone le fasi e documentandone le responsabilità e le ripercussioni politiche; e da una breve scelta di articoli, lettere e discorsi di Giacomo Matteotti. La forza delle sue parole dimostra che egli fu un martire del fascismo esattamente perché ne era stato il lucido analista, l’accanito e conseguente avversario.
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Dettagli

2023
27 ottobre 2023
160 p., Brossura
9788855225335

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franco
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Matteotti nel centenario

Pochi personaggi storici hanno conosciuto il destino di una morte che fagocita e quasi annulla, per la sua tragicità, il valore dell'intera vita. Negli anni della prima repubblica viene in mente solo Moro. Negli anni più lontani e drammatici dello Stato liberale declinante, emerge il nome di Matteotti. Nella memoria collettiva e scolastica (ammesso che entrambe esistano ancora) è come se l'uomo politico trentanovenne di Fratta Polesine sia vissuto solo in quei drammatici 10 giorni che vanno dal suo discorso alla Camera del 30 maggio 24 al 10 giugno successivo, quando venne rapito e assassinato da una banda di sicari fascisti. Morto l'uomo è nato subito il suo mito, che però ha continuato a tenere nell'ombra l'uomo. Per colmare almeno parzialmente la lacuna è utilissimo e di interessante lettura questo volumetto di Massimo Salvadori, uno dei più importanti storici torinesi. Vi si può trovare non solo una sintesi della vita di Matteotti e del suo costante e competente impegno amministrativo e politico che dal 1907 al 1919, lo vede passare da cariche locali a quella di deputato, proseguita attraverso le elezioni del 21 e del 24, dall'ottobre del 22 anche segretario del partito social riformista. Teorico di un riformismo socialista e oppositore sia del comunismo sia del fascismo nascente, di cui denuncia la comune natura dittatoriale, attento ai problemi amministrativi e della scuola, diventa la voce più forte e temuta dell'opposizione contro il fascismo in via di consolidamento e per questo viene assassinato. Nell'ultimo giorno dell'anno centenario non posso omettere di ricordare Matteotti e il suo esempio, invitando a leggere questo bel libro per riscoprirne la profetica importanza.

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Massimo L. Salvadori

1936, Ivrea

Massimo Luigi Salvadori è professore emerito all’università di Torino, dove ha insegnato Storia contemporanea e Storia delle dottrine politiche. Tra i titoli da lui pubblicati ricordiamo Cinque minuti prima delle nove (Claudiana, 2014), Democrazia. Storia di un’idea tra mito e realtà (Donzelli, 2015) e Storia d'Italia. Il cammino tormentato di una nazione 1861-2016 (Einaudi, 2018).

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