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Costruita su un problema storico apparentemente non originale (origini, articolazioni e influenze della cultura laica italiana), l'antologia di testi curata da Michele Ciliberto ricava un peculiare interesse dalla sua ispirazione di fondo e dalla documentazione che offre. Avere inteso ripercorrere le premesse intellettuali e morali su cui si è fondata una società laica, in grado di riconoscere le robuste radici teoriche della sua identità e di mettere a fuoco una comune storia civile, è sicuramente un'operazione di alto profilo, tanto più in un momento come l'attuale in cui la fierezza laica sembra timida nel ribadire anche le sue più moderate e meditate ragioni.
Il progetto assume ulteriore rilevanza in quanto percorre un lungo tracciato che muove dall'Umanesimo per sfociare nello stato unitario, documentando tante e tanto differenti voci di una storia dalle mille sfaccettature come quella che si raccoglie sotto il titolo della cultura laica in Italia. Al tempo stesso, tale tradizione vive di un respiro più largo. L'apporto italiano a una cultura compiutamente laicizzata si colloca nel quadro dei grandi movimenti intellettuali europei, dall'Umanesimo di Alberti, Valla e Pomponazzi, alla cultura cinquecentesca di Machiavelli e Guicciardini, dal pensiero radicale di Bruno e di Sarpi, alle voci più moderate del Settecento napoletano (Genovesi), dalla cultura laica settecentesca di Giannone, Vico, Verri, a quella risorgimentale di Mazzini e Cattaneo, per chiudere con i tre discorsi su Roma capitale pronunciati al parlamento da Cavour tra il marzo e l'aprile 1861: discorsi, questi, che merita rileggere se non altro per avvertire l'afflato teorico e la visione prospettica di quei governanti della Destra storica.
La nutrita e attenta selezione di testi lascia ovviamente sfuggire dalle sue maglie altre voci (in particolare tra i riformatori religiosi del Cinquecento e gli illuministi del Settecento) che avrebbero ulteriormente corroborato questa già prestigiosa galleria, segno questo di una ricchezza che non facilmente si lascia imprigionare in un'antologia, per quanto ricca e ampia. Intorno a nuclei tematici che riflettono i diversi terreni di una lunga storia di contrasti per affermare i valori del libero pensiero, della tolleranza, della critica razionale alla dimensione autoritaria delle confessioni, della morale senza chiese, per ridurre i tanti poteri di quella monarchia pontificia che sembrava essersi adattata a convivere con lo stato laico, per superare l'idea della religione come instrumentum regni, Michele Ciliberto ha selezionato un materiale che consegna risultati preziosi, tali da suggerire rivisitazioni e riletture, scoperte e conferme, e da comprovare come intorno al problema storico della cultura laica in Italia si condensino da tempo forti interessi di studio, ai quali tuttavia non seguono sensibili trasferimenti nei circuiti della comunicazione sociale.
Dino Carpanetto
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