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Il 7 febbraio 1799, in Montesano Sulla Marcellana, il presidente della Municipalità, don. Nicola Cestari, compi il gesto più solenne di adesione agli ideali della rivoluzione napoletana: piantò sulla Piazza Nuova l’albero della libertà ! Dieci giorni dopo, il 17 febbraio 1799, il primo repubblicano di Montesano venne barbaramente trucidato da una masnada di popolo a pretesto della reazione sanfedista. La testa, separata dal corpo, venne issata su una pertica, condotta in corteo e, una volta sistemata in sostituzione dell’albero della libertà, divenne occasione di una macabra festa popolare, nella quale la barbaria collettiva, non paga dell’omicidio, ebbe a trasformarsi in cannibalismo. Detti personaggi e accadimenti storici hanno affascinato lo scrittore montesanese Felice DE MARTINO che ha inteso dedicare al trascorso rivoluzionario di Nicola Cestari la sua ultima fatica: “La breve stagione del Galantuomo” (Edizione Marte Salerno - Prefazione di Italo Gallo - pagg. 126 - €. 10,00). Romanzo storico ma, anche, politico; l’autore, con sbalorditiva verosimiglianza, entra nel dramma umano di don Nicola Cestari e della sua famiglia, propone le, possibili, cause che procurarono l’omicidio prima e il vilipendio del cadavere poi, infine conclude con la realizzazione della giustizia per mano di Giuseppe Bonaparte. La traccia del volume appare così delineata dall'autore: “ A metà strada tra una festa patronale ed i funerali di qualcuno. Tutti giravano come ossessi, avvertendo, forse nell’aria l’incombente destino di una tragedia greca, mentre i colori della sera, man mano, si componevano nel livido delle tinte fosche di una morte assassina…” [dal romanzo pag. 84]. A 205 anni dalla rivoluzione napoletana, i fatti del 1799 continuano ad interessare studiosi, saggisti e romanzieri. La primavera di quegli uomini che, forse ingenuamente, pensarono di dare alla storia del meridione una svolta immediata, ancora oggi esalta e commuove.
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