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Anno edizione: 2017
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Trama intrigante e scrittura affascinante. Lo consiglio!!
«A un tratto l’aria era diventata deliziosamente fresca; l’afa e la frenesia del giorno erano scomparse, anche dalla mente. Perciò qui andava così. I giorni ti schiacciavano sotto lo stress, il sudore, l’infelicità, quindi le notti venivano a salvarti e ti rimettevano in sesto. Le notti erano il segreto della sopravvivenza, la via d’uscita dai labirinti frustranti del giorno. Senza le notti gli esseri umani si sarebbero raggrinziti come scarafaggi fino a morire.» È così che funziona in Cambogia per chi ci va in vacanza e poi vince 2000 dollari al casinò e non riesce più a tornare a casa. Almeno così è andata a Robert, giovane e ordinario insegnante britannico in crisi e fuga esistenziale: «Una vita di disinvolta indolenza era rappresentata da quell’unica linea di fumo; una vita che a un tratto Robert volle per sé, anche se la sua inutilità lo infastidiva. Ottenerla non doveva essere così difficile. Sono in una specie di favola, pensò, e niente può essere difficile da ottenere: devo solo esprimere il desiderio.» Trama piuttosto prevedibile con qualche falla qua e là; a tratti noiosetto stile Isherwood, per dire, però momenti di buona tensione narrativa, riflessiva profondità e sufficiente apprezzabilità per approfondimento storico-sociale, efficacia della scrittura e atmosfere monsoniche narcotiche e respingenti, rese con un certo crudo realismo e al netto di patetici sentimentalismi.
Difficile non pensare a Maugham quando un romanzo narra di un viaggiatore inglese che si perde in estremo oriente tra fascinazioni e pericoli, subendo gli influssi di una cultura e di un modo di vivere totalmente altri. Osborne però è radicato nel presente e il suo protagonista è emblema di una gioventù occidentale impoverita dalla crisi economica, privata di aspirazioni e chiusa in un’esistenza grigia. La vincita fortuita consente a Robert di avviare una fuga senza meta in Cambogia, di trovare una nuova identità senza responsabilità, avvolta dal languore di lussi mai eccessivi. Anche il disincanto sentimentale pare cedere il passo alla possibilità dell’amore. Il nuovo mondo ha i tratti secolari dei templi in rovina nella foresta, ma nasconde le cicatrici di un passato recente che ha trasformato una rivoluzione in un genocidio. La violenza è sottesa e pronta ad esplodere, è la tentazione che nasce dalla povertà. Osborne costruisce un’efficace trama con un buon crescendo di tensione, riesce a mostrare le motivazioni dei suoi personaggi e insieme a dare un ritratto vivido della Cambogia, passando con disinvoltura dai paesaggi urbani alla natura lussureggiante nella stagione delle piogge. Che lo si voglia chiamare destino o karma, non si può che condividere lo stupore finale per un protagonista ‘meravigliosamente ignorante e innocente’.
Recensioni
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Una valigia piena di soldi si sposta da un casinò al confine tra la Cambogia e la Thailandia in terra cambogiana permeata da foschie, calura opprimente e piogge torrenziali. Passa di mano in mano dal protagonista, un occidentale (barang) che arriva dal Sussex, a un americano e diventa l’obiettivo prima di un autista khmer, poi di un poliziotto senza scrupoli, così gli eventi si accumulano “uno sopra l’altro come tronchi gettati su una catasta”.
Robert è un giovane professore d’inglese stanco della vita che conduce da sempre e, durante una vacanza nell’est asiatico, decide che la Cambogia potrebbe essere il luogo adatto per ricominciare. La sua vita è priva di aspettative e l’aver lasciato i genitori e la ragazza alle loro quotidianità senza una prospettiva di ritorno non lo disturba più di tanto. Ad aiutarlo nella sua scelta di ricominciare da zero è un’importante vincita in uno dei tanti casinò del paese; la cospicua somma di denaro finalmente potrà dargli una sicurezza economica che fino a poco tempo prima era insperata. Tutto ciò non gli permette di passare inosservato. Dapprima incontra un americano, uomo elegante e sicuro di sé che lo invita nella sua casa sul fiume, dove abita con una ragazza khmer. La serata passata a bere, giocare a scacchi e fumare oppio lo lascia la mattina seguente su una barca, con addosso vestiti non suoi e senza passaporto e valigia (ovviamente quella piena di soldi). Anziché denunciare il furto Robert decide di sfruttare la situazione per cambiare vita. Ed ecco innescarsi una reazione a catena: Ouksa, un autista alla continua ricerca di clienti per sbarcare il lunario e poi Davuth, poliziotto dal lugubre passato che ha commesso le peggiori atrocità sotto il regime di Pol Pot, sono coloro che si appropriano dell’ambita valigia. Ma questi soldi che passano di mano sono fonte di dolore e morte per coloro che ne vengono in possesso.
Cacciatori nel buio è un avvincente romanzo, ricco di colpi di scena. La storia raccontata è piena di intrighi. Gli eventi che si susseguono cambiano la vita del protagonista, anche se non come lui se la immaginava, avvicinandolo alla cultura del paese e alle sue superstizioni. La parte descrittiva è molto dettagliata, Osborne si rivela un grande paesaggista sul solco degli scrittori suoi conterranei che hanno reso particolare la narrativa di viaggio anglosassone. Altrettanto buona è la caratterizzazione dei personaggi. L’amalgama tra un buon stile descrittivo e una trama ricca di suspense ci regala una lettura complessa e coinvolgente.
Recensione di Clara Domenino
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