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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho gradito molto questa serie di racconti scritta da Stefano Benni. Alcuni non mi hanno fatto particolarmente impazzire, altri erano gradevoli, alcuni erano davvero geniali; tutto sommato ho apprezzato molto questo libro, e non ho nulla da ridire sulla scrittura, fresca e frizzante, proprio da Benni.
non forse il miglior Benni, ma impossibile non gustarselo
Composto da tenebrosi e perversi racconti, questo libro sembra avere l'oscuro obiettivo di mettere in luce la parte più mostruosa, appunto, dell'essere umano, con un non-so-che di estremamente affascinante che mi ha fatto divorare questo romanzo.
Recensioni
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Ho sempre pensato che l’ombra che avvolgeva quei luoghi fosse frutto dei racconti ascoltati, e della mia particolare sensibilità. Ora so che qualcosa mi aspettava, in quelle strade senza cielo, dove sembra di vagare in una immensa grotta. Qualcosa che non potevo immaginare nei miei peggiori incubi.
Il Lupo è tornato. E questa volta ci pone di fronte a un’unica grande domanda: che cos’è per noi la paura? La paura è una grande passione. Di paura si deve morire. Il resto sono solo piccoli turbamenti. Attraverso un’intensa raccolta di racconti, condensati in questo nuovo libro, Benni ci trascina negli oscuri vicoli del Male e ci presenta un ritratto cupo, originale, grottesco e ironico delle nostre paure più nascoste: quelle reali e quotidiane. Mostri che inibiscono la nostra personalità o che la mutano fino a immobilizzarci. Ci invita però a smascherarli, a guardarli in faccia e ad affrontarli senza remore.
È quello che fa il nuovo proprietario di Wenge, un’orripilante creatura a metà tra un cane, un pesce e un rettile. L’uomo si ritrova in casa un animale dal misterioso potere di tirar fuori ciò che di selvaggio e feroce risiede dentro di noi. È lui a scegliere il padrone e lascia che tutto il male nascosto venga alla luce. Con estreme conseguenze.
C’è poi il più grande mercante d’armi al mondo che, incredulo e terrorizzato, constata per la prima volta un deficit di bilancio nella sua azienda. Il motivo? Sono terminate le materie prime, sono finiti gli uomini da ammazzare.
Arrivano anche i moderni Hansel e Gretel che sfuggono alle grinfie di una moderna strega cattiva, adescatrice di bambini per ricchi pedofili, cuocendola in un lettino da solarium.
Oppure ci sono le teenager Sonia e Sara che, per paura di non riuscire ad accaparrarsi l’unico biglietto della loro boy band preferita, sono disposte a tutto.
In Cari mostri non potremo fare a meno di essere catapultati nell’universo delle ossessioni più recondite dell’animo umano, e inevitabilmente trattenuti dall’inconfondibile stile di Stefano Benni che con il suo linguaggio duttile ed esilarante spalanca le porte alle tenebre.
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