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La scorsa estate mi sono appassionata alla storia di Dalidà e Tenco, grazie ad un concerto splendido. In seguito mi è stato regalato questo libro da chi era già amante della musica di Dalidà. Mi ci sono tuffata e ho conosciuto oltre al personaggio Dalidà anche meglio quel determinato periodo. L'autore ha come voluto fare una propria indagine, ma anche se in fondo non ha scoperto nulla di nuovo ha senz'altro messo insieme bene tutti gli ingredienti a sua disposizione. Nel completto ben scritto e gradevole.
Un libro che ricostruisce la storia della notte maledetta nella quale Tenco si suicidò durante il Festival di Sanremo. Ma si suicidò davvero? Il libro confuterebbe questa tesi, adombrando tre possibili colpevoli: Morisse, il marito di Dalida. La stessa Dalida. E un ipotetico ladro, che forse intendeva appropriarsi dei 6 milioni vinti da Tenco al casinò. Il giornalista incontra un cronista del Secolo XIX , cugino del cantautore, che gli affida un cd con delle foto rare della scena dell'omicidio. Da esse si vedrebbe qualcosa di vischioso che esce dal naso di Tenco. Non materiale cerebrale, ma... Da un articolo commissionato da un altro giornalista, nasce questo reportage, poco riuscito laddove i problemi crepuscolari di colui che l'ha scritto si incastrano con quelli dei mitici cantanti di una stagione d'oro. O che pareva essere tale. La figura di Tenco viene fuori come quella di un ragazzo fortunato e colto che, fatta fortuna con il cinema (2 i film interpretati) si dedica alla musica totalmente, dopo avere regalato una villa alla madre . Villa che esiste ancora adesso e che è abitata dalla nipote di Tenco. Dalida è descritta come una donna votata all'autodistruzione .Viziata, ignorante (sono le parole di Tenco a definirla così) e bugiarda. Ella avrebbe mentito sulla notte del "delitto". Perché secondo l'autore la morte di Tenco fu un omicidio, rapidamente coperto dai media che volevano esso non inficiasse la manifestazione top degli anni Sessanta: il mitico Festival presentato quell'anno da Mike Bongiorno. Una ricostruzione parziale, o parzialmente accettabile nella quale si accenna a Valeria, la vera donna di Tenco che compare nel libro brevemente, fingendosi per telefono la sorella. In mancanza di certezze, l'autore tenta di ricostuire la verità, ma non ci riesce. Riesce di più a svelare alcuni retroscena dello show business di quegli anni e dell'industria discografica, che allora come adesso imponeva gli artisti anche attraverso le play list delle radio.
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