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Anno edizione: 2016
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I cinque racconti furono pubblicati, riuniti in un unico volume, dalla Einaudi nel 1956, ottenendo un immediato successo di critica e di pubblico, coronato nello stesso anno dal conferimento del prestigioso Premio Strega. Tutte le prose sono accomunate dall'ambientazione (la città di Ferrara) e dalla malinconica consapevolezza che gli italiani amano troppo presto dimenticare, aderendo, spesso inconsciamente, al noto motto chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. Tuttavia, il filo conduttore è costituito dalla opprimente cappa della dittatura fascista in dissoluzione, che vive, negli ultimi anni del conflitto, un rigurgito di violenza, tragica e inutile, come se le teste calde volessero portare con sì nella tomba anche gli altri. Da questo punto di vista l'opera presenta l'indiscutibile pregio di farci capire, attraverso delle storie semplici e realmente accadute, come poté capitare che un regime, apparentemente dissolto dopo il 25 luglio del 1943, finisse con il rialzare la testa, dando vita a quello stato fantoccio che fu la Repubblica di Salò. Bassani lo fa parlando della sua Ferrara, terra di grandi squadristi, tra i quali Italo Balbo, e in cui la guerra civile prese avvio con l'eccidio di undici innocenti avvenuta nel novembre del 1943, che l'autore sposta a dicembre. Ferrara è una città di provincia, a economia agricola, una sorta di grosso paese che l'autore ben conosce e descrive perfettamente, nelle sue strade e nei suoi personaggi, ma che riflette, per estensione, l'intera Italia, così che leggendo quelle pagine si comprendono tante cose, si capisce perché a guerra finita i processi ai criminali fascisti si siano quasi sempre conclusi in una farsa, così che dopo aver sollevato un gran polverone questo sia ritornato ad adagiarsi dove era prima, insomma un po' il concetto del Gattopardo, alla cui pubblicazione l'intervento di Bassani fu determinante.
"Lida Mantovani", "La passeggiata prima di cena", "Una lapide in via Mazzini", "Gli ultimi anni di Clelia Trotti", "Una notte del '43", sono i titoli delle cinque storie - che si svolgono in un arco temporale che va dal 1938 agli inizi degli anni Cinquanta - che vengono raccontate in questo volume. Vincitore del decimo Premio Strega, quello del 1956, si tratta della riaffermazione di quei principi morali e politici - soprattutto negli ultimi racconti - in contrasto con un passato non molto lontano, durante il quale Bassani ha conosciuto la prigione per le sue idee. All'interno del piccolo mondo di provincia, Ferrara, dove l'Autore trascorre l'infanzia e l'adolescenza, la narrazione è proiettata molto spesso verso una visione ottimistica della vita e del futuro; tuttavia il riferimento ai valori della democrazia e la passione civile di cui è intriso il libro, non colmano la lentezza del racconto e la monotonia di moli brani.
Splendido libro. Di una letteratura forse un po' antica ma di quelle che non si possono dimenticare. Lo consiglio vivamente soprattutto a chi abbia l'ambizione di scrivere.
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