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Per gli amanti del rock progressivo un disco da avere assolutamente. Solo tre tracce ma molto lunghe, ti conquistano fin dal primo ascolto. La prima dura 21 minuti ma vorresti non finisse mai. Un gruppo sottovalutato!
"Close To The Edge" è il quinto album del gruppo di Progressive Rock inglese Yes. Le registrazioni terminarono nel Giugno del 1972 e fu pubblicato nel Settembre 1972; subito dopo, il batterista Bill Bruford si unì ai King Crimson. Questo album viene considerato generalmente come uno dei migliori (se non il migliore) degli Yes. Molti critici, in effetti, lo considerano l'espressione più alta del Rock Progressivo in generale. Fu il primo album del gruppo a contenere un brano così lungo da occupare un intero lato del vinile; questa formula si ripropose anche nei successivi "Tales From Topographic Oceans" e "Relayer". I testi sono già influenzati dai temi mistici e religiosi introdotti dal cantante Jon Anderson, temi che in seguito sarebbero diventati centrali nel concept album "Topographic Oceans". La Title Track dell'album sarebbe ispirata dal romanzo Siddharta di Hermann Hesse e descriverebbe il "risveglio" spirituale del protagonista del romanzo "accanto al bordo" di un fiume (che rappresenta simbolicamente le vite del suo spirito). In questa come in altre opere dell'epoca, tuttavia, i testi di Anderson sono quasi impenetrabili, per cui è difficile ricostruire un nesso chiaro fra il testo della canzone e la storia del romanzo di Hesse. Altri hanno pensato che il testo fosse ispirato, almeno in parte, ai libri di Carlos Castaneda. Il fatto che "Close To The Edge" fosse un risultato senza precedenti per il gruppo era chiaro anche agli Yes stessi; l'abbandono di Bill Bruford fu infatti motivato, oltre che dall'offerta di unirsi ai King Crimson, dalla sua convinzione che dopo "Close To The Edge" gli Yes non avrebbero potuto che ripetersi o peggiorare. Il disco si avvale, come per il precedente "Fragile" (e come tutti gli album degli Yes d'ora in poi), della bellissima veste grafica creata da Roger Dean: sulla cover, di colore verde che sfuma progressivamente in nero, c'è il titolo del disco e (per la prima volta) il logo classico degli Yes. Un classico assoluto, stupendo e bellissimo, del Progressive Rock inglese.
A mio avviso non è il miglior disco degli Yes poichè, sempre a mio avviso, il picco massimo l'hanno raggiunto con 'Relayer'! Ma "Close to The Edge" è il degno sucessore di 'Fragile', o meglio dire, il degno sucessore di pezzi incredibili, semplicemente e squisitamente fantastici come "Heart Of The Sunrise", "South Side Of The Sky" o "Long Distance Runaround+The Fish"! 'And You And I' è lo specchio di un lavoro dove la magniloquenza sinfonica si unisce con una perizia tecnica da brivido! Prendo come esempio 'And You And I' semplicemente perchè gli altri due pezzi sono praticamente inacessibili dal punto di vista del giudizio! Come la band. Gli Yes non sono una band, sono una strana creatura, una strana entità inspiegabile, comeuna entità proveniente non si sa da dove! Questa è la sensazione che sanno dare solamente i grandi gruppi e guarda caso combacia per la stragrande maggioranza dei casi con le bands prog degi anni '70. Nulla togliere ai grandi attuali, un nome su tutti i Dream Theater, ma con gli Yes si va ad intaccare un tema musicale che nessuno potrà mai raggiungere ed il solo sognarlo è un qualcosa che sa di vergognoso. Grandi! Immensi! Sfuggevoli! Infiniti! I migliori! Solo i Rush e i King Crimson, in ambiti un pò diversi, possono vantarsi di stargli dietro! Grazie Dio per averci donato Anderson e soci! Grazie per averci fatto conoscere un pò di musica che fai circolare nel tuo Regno: il Paradiso!
Recensioni
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