Donna della parola. Etty Hillesum e la scrittura che dà origine al mondo

Anche se da conoscitore di Etty Hillesum devo dire che il saggio della Fimiani ha una sua maestria, bellissimo ogni profilo: linguistico, e poi andando dal rigore analitico al non tentennamento nei giudizi, passando per la sapienza delle sintesi dei contesti e dei loro fattori esistenziali, nel sempre difficile lavoro di raccordo proprio degli studi basati su diari. Non credevo che mi sarei trovato a pensare nuovamente a Etty con la intensità che mi ha offerto questo libro. E di rivivere emozioni tanto forti come se fosse la prima volta, e ancora di più. Traspare una reale dedizione dell'Autrice, da cui scaturiscono approfondimenti, capacità di visione, intuizioni, passioni, non soltanto sempre di grande interesse storiografico, ma che alle volte lasciano umanamente senza fiato, con le spalle al muro, come se non ti parlasse l'Autrice ma Etty stessa, con la stesso animo e con la stessa saldezza intellettuale. E con lo stesso amore per la vita. Forse proprio per questo il pregio maggiore del libro è la novità netta che esso fa emergere nella storiografia su E. Hillesum: quello che ci ha lasciato Etty non sono solo riflessioni di una vita e di una scelta di morte per vivere con una dignità e un impegno civile fuori del comune, ma è una vita che si è interrotta solo apparentemente, nei fatti ma non nella sua capacità di entrare direttamente nelle memorie. Ho capito per la prima volta che Etty non era solo da commentare, o rievocare, imitare o piangere: Etty aveva bisogno di essere proseguita, di esser fatta rivivere, che la sua vita fosse sbloccata, e questo libro ci riesce davvero per la prima volta.