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Anno edizione: 2021
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Mentre lo yacht Nellie, sul Tamigi, attende la marea favorevole per poter prendere il largo Marlow, un anziano marinaio, inizia a raccontare un’avventura simile, un viaggio sul fiume a bordo di uno sgangherato vaporetto, dalla costa al centro. Marlow giunge alla sede della Compagnia che lo ha assunto (ora ridotta a un cumulo di baracche) i cui interessi sono basati sul commercio di avorio. Il posto è inospitale e inefficiente, gestito da sinistri personaggi: il male, i cui delitti sono palesi nelle varie stazioni del percorso, assume le connotazioni di tenebrosi misteri, parte del cuore di tenebra che dà il titolo al romanzo (assieme ai cuori induriti e cupi dei personaggi principali del racconto). Marlow cerca di raggiungere Kurtz, l’agente che più di tutti ha procurato gran benefici alla Compagnia spedendo ingenti quantità di avori da zanne di elefanti massacrati, addentrandosi nella foresta lungo i meandri del fiume Congo. Le rive del fiume sono paludate da dense foreste tropicali tra le quali s’intravedono villaggi semi-distrutti, tra le cui rovine si affacciano file di negri legati con catene al collo, dai petti scarni e gli occhi lucidi di follia, che lavorano come schiavi, ridotti a “mere ombre di malattia e inedia”, prostrati e lasciati morire lentamente. E’ un quadro di massacri e pestilenze. Giunti alla capanna di Kurtz uno spettacolo orrendo si disvela: sui legni della palizzata sono infisse teste di negri rinsecchite, infossate, a palpebre chiuse, labbra rattrappite. Scene da gironi d’inferno dantesco. C’è tenebra dappertutto: non solo nei cuori di Kurtz e altri personaggi del racconto, ma anche nel paesaggio, fosco e cupo e quasi avvolto da una coltre tenebrosa. Racconto potente, di rara forza drammatica, con toni fortemente realistici, poiché è ispirato al viaggio compiuto da Conrad nel 1890 a bordo del vaporetto Roi des Belges lungo il fiume Congo. Da leggere per non dimenticare gli orrori della colonizzazione selvaggia di noi europei in Africa.
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