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Come a volte mi succede, mi aspettavo tutt'altra storia. Mi è piaciuto il parallelismo tra le due vite, anche se non è scattata la scintilla per definirlo un ottimo libro.
Claire Messud affronta il tema dell'emigrazione attraverso la vicenda (minima e banale a livello personale, drammatica se letta con l'occhio della storia del '900) di una ragazza ucraina, Maria Poniatowski, costretta negli anni del nazismo ad emigrare in Canada. Il romanzo si apre con poche righe che sembrano introdurre una situazione di misteriosa violenza: Maria si reca, come fa regolarmente da più di quarant'anni ogni martedì, nell'appartamento di Mrs. Ellington, una signora novantenne semicieca e bisbetica, per accudirla nella cura personale e domestica. Entrando scorge una striscia di sangue che dall'ingresso segna la parete fino alla camera da letto della padrona. Che tuttavia non è morta, sgozzata da qualche ladro introdottosi nottetempo, ma dorme placidamente tra due cuscini. Alle insistenze della governante, Mrs. Ellington confessa di essersi tagliata un dito la sera prima, e di aver cercato tentoni la sua camera appoggiandosi al muro, sporcandolo. Chiusa questa parentesi introduttiva piuttosto inessenziale, il romanzo prosegue narrando la vita intera di Maria Poniatowski, dall'infanzia poverissima in Ucraina, fino all'invasione tedesca e alla deportazione in Germania, quindi alla fuga, conclusasi con l'incontro e il matrimonio con un giovane polacco. I due sposi si imbarcano verso il Canada, dove riescono a crearsi una vita dignitosa, lavorando e crescendo un figlio. Claire Messud ci racconta la storia di un'esistenza come ce ne sono tante, senza particolari trasporti emotivi o approfondimenti psicologici, finché il lavoro di Maria si conclude con il ricovero di Mrs. Ellington in una casa di riposo. Una narrazione piana o forse piatta, questa di Claire Messud, che accompagna la sua protagonista attraverso la registrazione degli avvenimenti in discesa che la portano a terminare una vita silenziosa, grigia, rassegnata, in un ambiente estraneo. Non esattamente la "storia straordinaria" che prometteva la nota in quarta di copertina.
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