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Con Il labirinto degli spiriti arriveremo finalmente a scoprire il gran finale della saga, che qui raggiunge l'apice della sua intensità e al tempo stesso celebra, maestosamente, il mondo dei libri, l'arte di, raccontare storie e il legame magico che si stabilisce tra la letteratura e la vita.
«Ruiz Zafón è capace di costruire una speciale magia: come un prestigiatore fa scaturire dall'ombra decine di personaggi e di eventi che si inanellano uno dietro l'altro in un concatenarsi di misteri e di tenebre» – La Stampa
La città a poco a poco sparì in lontananza e dopo un po' il treno si addentrò in una pianura senza orizzonte che si stendeva all'infinito. Alicia sentì che, dietro quel muro di oscurità, Barcellona aveva già fiutato le sue tracce nel vento. La immaginò aprirsi come una rosa nera e per un istante la invase quella serenità dell'inevitabile che consola i maledetti, o forse, si disse, era solo la stanchezza. Ormai importava poco. Chiuse gli occhi e si arrese al sonno mentre il treno, facendosi largo tra le ombre, scivolava verso il labirinto degli spiriti.
Barcellona, fine anni '50. Daniel Sempere non è più il ragazzino che abbiamo conosciuto tra i cunicoli del Cimitero dei Libri Dimenticati, alla scoperta del volume che gli avrebbe cambiato la vita. Il mistero della morte di sua madre Isabella ha aperto una voragine nella sua anima, un abisso dal quale la moglie Bea e il fedele amico Fermín stanno cercando di salvarlo. Proprio quando Daniel crede di essere arrivato a un passo dalla soluzione dell'enigma, un complotto ancora più oscuro e misterioso di quello che avrebbe potuto immaginare si estende fino a lui dalle viscere del Regime. E in quel momento che fa la sua comparsa Alicia Gris, un'anima emersa dalle ombre della guerra, per condurre Daniel al cuore delle tenebre e aiutarlo a svelare la storia segreta della sua famiglia, anche se il prezzo da pagare sarà altissimo. Dodici anni dopo L'ombra del vento, Carlos Ruiz Zafón torna con un'opera monumentale per portare a compimento la serie del Cimitero dei Libri Dimenticati. Il labirinto degli Spiriti è un romanzo fatto di passioni, intrighi e avventure. Attraverso queste pagine ci troveremo di nuovo a camminare per stradine lugubri avvolte nel mistero, tra la Barcellona reale e il suo rovescio, un riflesso maledetto della città. E arriveremo finalmente a scoprire il gran finale della saga, che qui raggiunge l'apice della sua intensità e al tempo stesso celebra, maestosamente, il mondo dei libri, l'arte di, raccontare storie e il legame magico che si stabilisce tra la letteratura e la vita.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Bel libro, mi è piaciuto molto. Appassionante e un pò inquietante. Però per me il primo libro rimane il migliore.
Ho letto tutti i libri della tetralogia de "Il cimitero dei libri dimenticati" e reputo quest'ultimo un libro scritto per ovviare alle mancanze del libro "Il gioco dell'angelo" in cui non si capisce il finale e "Il prigioniero del cielo", libro scritto, a mio avviso, solo per far contenti gli editori. Stile di scrittura ineccepibile, anche se dopo un po' stanca con tutte quelle descrizioni e metafore (l'aria carica di elettricità, i raggi del sole che tagliavano il cielo come coltelli ecc) Una storia infinita su un'indagine a mio avviso inutile dell'agente segreto Alicia Gris che scopre una serie di nefandezze del regime di Franco nella Spagna della seconda metà del '900. Troppo prolisso. Pretesto narrativo inutile della lettera della mamma di Daniel in cui è spiegata tutta la storia (evidentemente si era incartato e doveva risolverla). Non parliamo poi del personaggio di Fermìn a cui si dà una descrizione troppo discostante rispetto a quello del "L'ombra del vento" (non vengono citati i fatti narrati nell'epilogo del primo libro) Per concludere, Zafòn a mio parere ha scritto questo libro per dipanare tutti i dubbi insorti con la stesura dei libri intermedi avendo capito che non era stato capace di rendere pienamente comprensibile le due storie allungando però troppo il brodo e risultando a volte troppo prolisso. Meglio fermarsi solamente al primo libro, L'ombra del vento
C'è poco da dire, è sempre Zafon. Letto in ferie dopo mesi di letture frammentate a causa della quotidianità e mi ha rinfrancata a livello emotivo e mentale. Da amare e rileggere sempre.
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