Propr. K. Michael C., attore e regista statunitense. Figlio di un operaio delle linee elettriche californiane, rivela fin da ragazzo una personalità irrequieta, dedicandosi allo sport e contemporaneamente scrivendo poesie e cantando in un coro. Frequenta la California State University di Fulleton, dove consegue una laurea in economia, e inizia a lavorare nel marketing. L'incontro casuale con R. Burton lo convince a cambiare vita e a trasferirsi a Hollywood per tentare la strada del cinema. Ottiene qualche piccolo ruolo fino a quando L. Kasdan gli affida la parte dell'amico scomparso in Il grande freddo (1983), che tuttavia viene tagliata in fase di montaggio. Due anni dopo Kasdan lo include nel cast di Silverado (1985) e quasi contemporaneamente K. Reynolds lo chiama per il suo lungometraggio d'esordio, Fandango (1985). Accolto con una certa freddezza negli Stati Uniti, il film ottiene un grande consenso alla Mostra di Venezia e segna per l'attore un successo personale che gli spiana la strada per ulteriori impegni di prestigio. La popolarità cresce con l'interpretazione di Gli intoccabili (1987), remake dell'omonimo serial tv trasportato sul grande schermo da B. De Palma. Si delinea così il profilo del suo personaggio: avventuroso, tenace, determinato, a volte cinico ma nel fondo sempre leale, spesso venato da un filo di tenerezza. Da allora interpreta mediamente un paio di film all'anno imprimendovi il segno di un'originalità mai rinchiusa in una tonalità monocorde. Spiccano, tra gli altri, Robin Hood principe dei ladri (1991) di K. Reynolds, JFK - Un caso ancora aperto (1991) di O. Stone, Un mondo perfetto (1993) di C. Eastwood. Si misura nella regia con Balla coi lupi (1990), un western – di cui è anche produttore – che restituisce per la prima volta ai pellerossa la lingua madre (i loro dialoghi sono sottotitolati) e che ottiene un grande successo al box-office, vincendo ben sette Oscar. Ci riprova nel 1995 con Waterworld e poi con i western L'uomo del giorno dopo (1997) e Terra di confine (2003). Intensa e coinvolgente anche la sua interpretazione in Thirteen Days (2000) di R. Donaldson, che ricostruisce gli inquieti giorni della crisi russo-americana seguita al tentativo sovietico di installare missili strategici a Cuba. In Litigi d'amore (2005) di M. Binder si mette alla prova nel ruolo dimesso e malinconico di un ex giocatore di baseball che ritrova l'amore.