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Libro supino. Fa sembrare un raccontino una vicenda drammaticamente vera. Inefficace l'uso di chiamare i brigatisti con il nome di battaglia e non con quello reale. Molte imprecisioni e grossolane inesattezze. A tratti noioso. Una delusione
Bianconi ripercorre tutte le tappe del sequestro Moro dimostrando competenza, obbiettività ed equilibrio narrativo. Ne consiglio senz' altro la lettura, specie se non si hanno approfondite conoscenze della vicenda. Non ho però condiviso la scelta di nominare i brigatisti con il loro "nome di battaglia".
Nell'alluvione di parole e immagini del quarantennale appena trascorso, alluvione da cui non emerge nulla di conclusivo sulla tragedia Moro e in cui galleggiano troppe opinioni e pochi fatti, è stato per me un'attività veramente igienica ripercorrere giorno per giorno la vicenda sotto la guida attenta e ben informata di Bianconi, che analizza tutti i fatti noti e rimette in scena tutti i protagonisti dei 55 giorni con le loro azioni, dagli amici, ai familiari, ai vertici politici e istituzionali, ai poliziotti, fino ai terroristi. Una narrazione totale e coinvolgente, che permette a chiunque abbia vissuto da spettatore quel tragico periodo, di riscoprire i propri pensieri e ricordi, di far riemergere le riflessioni allora fatte. E come ogni bravo cronista, Bianconi riesce a smantellare anche alcuni miti, per esempio quello che vuole Moro come vittima emblematica, quando invece i brigatisti giungono a lui dopo avere attentamente soppesato le "candidature" di Andreotti e di Fanfani e averle scartate per banali motivi pratici e operativi: Moro era il più vulnerabile per un sequestro. E poi evidenzia, analizzando i fatti giornalieri, una verità semplice e sconvolgente: le forze di polizia brancolano nelle tenebre fin dall'inizio e per gran parte del tempo restano sempre uno-due passi indietro rispetto ai terroristi! Appare penoso come abbiano dei terroristi solo informazioni e foto vecchie, come ne abbiano perso le tracce da quando sono passati dall'estremismo alla clandestinità. Funzionari acuti ve ne sono, come quello Spinella che ha le giuste intuizioni fin dall'inizio, ma mancano di ogni informazione dal di dentro, insomma, non sono riusciti a penetrarlo con opportuni infiltrati. Eppure non era un fenomeno muovo, da anni se ne subivano le aggressioni. La crescente tensione fra Moro e i vertici politici, fermi nel rifiuto di ogni trattativa, viene ben messa in luce, così come il dramma della famiglia. Insomma, il libro di Bianconi è ancora oggi indispensabile.
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