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Si parla di oggetti esistenti e inesistenti che non sono solo finzionali. Intuizioni e misurazioni. Siamo avvolti dal parmeneidismo del tutto esiste, nei nostri riferimenti intenzionali e relazionali (anche con le proprietà degli oggetti inesistenti). Esiste solo nelle nostre idee il cerchio quadrato e Sherlock Holmes? La logica cambridgiana rafforza taluni errori nei paradossi della teoria degli insiemi. Wittgenstein ricordava che «per tracciare un limite al pensiero, noi dovremmo poter pensare ambo i lati di questo limite (dovremmo, dunque, poter pensare quel che pensare non si può?». L’esistenza ha a che fare con l’entrare in relazioni causali. Possiamo parlare di cose che non esistono e la regola pragmatica è che ciò che è detto va interpretato nel modo appropriato. Intuitivamente noi specifichiamo un oggetto attraverso un certo pacchetto di proprietà o caratteristiche: dovrebbe valere a priori? Per K. Walton «le proposizioni vere in modo fittizio, o finzionali, sono proposizioni che, in un dato contesto sociale, vanno immaginate come vere» per cui alcune ascrizioni di proprietà ad oggetti finzionali sembrano essere vere nel mondo reale. Sono pensati ed esistono nella rappresentazione (es. Babbo Natale)? Pensiamo a una qualche dipendenza ontologica degli oggetti inesistenti in questione grazie al sostegno ontologico mondano, dove questi oggetti possono avere proprietà ulteriori. Libro difficile per chi non ha svolto un corso di logica. Rimane interessante l'argomento e il suo svolgimento, anche se talvolta affatica il lettore non competente. Vi «sono gap nei valori di verità (enunciati né veri né falsi) anche in mondi possibili. Le cose inesistenti manifestano una struttura metafisica nteressante e ricca. Non sono come la notte di Hegel in cui tutte le vacche sono nere». Non è una conclusione,semmai l'esortazione a continuare questi studi che non sono così astratti e lontani dalla nostra esistenza.
Libro magnifico. Berto riesce a rendere anche l'ontologia eccitante. Anche le parti più tecniche sono comprensibili per chi ha solo delle basi in logica formale. Non comprendo sinceramente l'altra recensione, la quale asserisce che il libro sia "vuoto", è in verità estremamente ricco. Forse l'autore dell'altra recensione ritiene che il libro sia vuoto, dato che Priest, il filosofo che recentemente ha difeso la visione sostenuta da Berto nel libro, afferma che ci siano contraddizioni vere, dialtheia (in realtà rimanendo coerente seppure non consistente, almeno secondo Priest stesso, ma questa è un'altra storia). Berto non sostiene ciò (penso), è anche uno dei pochi filosofi che cerca di argomentare seriamente contro tale visione, (la gran parte si rifiuta dicendo che è impossibile fare ciò, dal momento che i dieltheisti accettano la verità di alcune contraddizioni) chiamata dialtheismo, scrivendo per esempio un bel paper pubblicato nel 2014, in cui definisce una contraddizione assoluta non accettabile come vera nemmeno per i dieltheisti. Infatti Berto dimostra nel libro, anche a livello formale, che si può sostenere il Meinonghianismo modale rimanendo consistenti, non riesco a comprendere le ragioni per definire questo libro vuoto. La recensione mi pare invece vuota, è una sentenza priva di argomenti a sostegno di essa. Il libro potrebbe anche funzionare benissimo come un'introduzione all'ontologia meno ortodossa delle solite per studenti del liceo o senza basi di filosofia teoretica, visto che riesce a presentare fedelmente anche posizioni antitetiche alla sua (se qualcuno volesse ottenere una visione più globale sarebbe meglio leggersi Ontology and Metaontology: A Contemporary Guide sempre di Berto ma in questo caso con Matteo Plebani).
Libro abbastanza sconclusionato. Berto ha una conoscenza della materia sicuramente valida, ma quale proposta o senso compiuto ha il recupero di Meinong? Forse il libro vuole essere volutamente vuoto e senza senso ammettendo tutto ed il contrario di tutto? Allora chiunque sappia mettere insieme due parole e conosca una materia puo' scrivere. A Berto un consiglio: e' un valido studioso ma si dedichi alle cose serie. Ha iniziato bene con Hegel e Severino, riprenda quella strada invece di andare in discesa libera.
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