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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2016
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I diciotto racconti di Michele Mari recentemente riproposti da Einaudi avevano già conosciuto un notevole successo nel 1993, al momento della prima edizione presso Bompiani. Mari è oggi considerato fra i maggiori scrittori italiani, tra i più originali e inventivi; il suo linguaggio arcaicizzante -al limite del manierismo-, imbevuto di letterarietà (colto, allusivo, spiazzante), lo situa nella scia di pochi altri grandi scrittori del nostro 900: Gadda, Landolfi, Manganelli. Il racconto che dà il titolo al volume è forse l'unico che si dipana in maniera più tradizionale, narrando delle vacanze estive del giovane protagonista nella casa dei nonni al paese di Scalna, e del suo perpetuo e tormentato rapporto con i vicini. Questo rifiuto elitario del mondo adulto, ritenuto ottuso ed eticamente ingiustificabile, si ritrova in altri capitoli del libro, e si ripropone quasi come un topos in tutta la narrativa di Mari. Ad esempio, nel primo splendido racconto, "I palloni del signor Kurz", in cui gli allievi di un collegio maschile combattono le loro velleitarie partite di calcio contro un diabolico vicino che puntualmente si impossessa dei loro palloni sconfinati nel suo giardino. Oppure ancora in "Cicoria matta", dove un imbranato Giovannino è ossessionato dall'idea di scoprire quale misteriosa e affascinante "essa" si celi sotto la gonna della matta del paese. E ne "Il volto delle cose" troviamo un bambino obeso e sbeffeggiato che medita sul brutto voto impartitogli dal "maestro stizzito" (due paginette di esibita maestria letteraria!). C'è poi un altro tema che affiora continuamente dalla scrittura di Michele Mari: una sorta di corteggiamento della morte, un cupio dissolvi in atmosfere da incubo, l'angoscia del dissolvimento o dell'imputridimento di oggetti e corpi, tenuto a bada sempre con un'ironia sferzante, un sarcasmo acuto e doloroso. Il lettore rimane annichilito da alcune soluzioni finali inaspettate, imprevedibili, e perciò tanto più corrosive e divertenti.
18 racconti, molti dei quali sono un mero esercizio di stile. Ma la raccolta contiene almeno due perle che da sole valgono l'acquisto del libro. "I palloni del signor Kurz" e "Tutto il dolore del mondo" sono Capolavori, due tra i più bei racconti che abbia letto in vita mia.
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