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Frammenti della vita di tre fratelli che si dipanano indipendentemente e che non si intrecciano quasi mai. Esistenze che sono basate sull’inganno: uno di loro nei riguardi di se stesso, un altro nei confronti di un cliente facoltoso di cui in equivoche operazioni finanziarie ha dilapidato il patrimonio affidatogli, il terzo disincantato autore di autentici quadri falsi che raggira il mondo dell’arte figurativa, dei collezionisti e dei critici. Tre moduli narrativi diversi, tre differenti sensazioni trasmesse al lettore. Qualche guizzo di umorismo, qualche spunto di riflessione, alcuni passaggi stressogeni; alla fine mi è rimasto un sapore di amarezza.
Un romanzo dalla struttura originale, che racconta, separatamente, le vicende di tre fratelli e del loro padre. Quattro personaggi, i cui destini inrocrociati, li porterà, alternativamente, dal successo al fallimento. Khelmann è uno scrittore molto interessante.
Arthur,vorrebbe fare lo scrittore, per riuscirci l'unico modo che trova è abbandonare la famiglia,anzi, due.Arthur ha tre figli.Martin fa il prete,non è un prete,infatti non crede in Dio,"l 'importante è che ci credano gli altri".Eric è un consulente finanziario che,quando le cose si mettono male,non esita a truffare i suoi clienti, "tanto basta mentire,la gente vuole credere a quello che gli fa comodo".Ivan è un pittore mediocre,consapevole dei suoi limiti ed invidioso del mondo di successo di cui non fa parte, allora ne inventa uno,"tanto l'arte è un ' invenzione dei mercanti per spennare i gonzi".Tutti mentono, a sé stessi ed al mondo, lo sanno e non importa,perchè consapevoli di recitare un ruolo in attesa che la vita, priva di senso, finisca.Belle le pagine in cui è protagonista il grande Lindemmann, maestro dell' ipnosi, che aveva capito tutto : " La vita è un breve giorno posto tra due interminabili notti, eppure si può essere lieti". Questo libro non è un capolavoro ma non rimpiangerete di averlo letto
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