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Anno edizione: 2017
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C'è tanta storia ma la figura di Galla Placidia è in secondo piano. Ne ho letto di migliori.
Molti di noi conoscono il nome di Galla Placidia per lo splendido mausoleo che reca il suo nome e che si trova a Ravenna (dove peraltro l'augusta non fu mai sepolta), ma pochi ricordano la sua storia, che pure fu di massima importanza nello snodo cruciale degli anni che preludono alla caduta dell'Impero d'Occidente. Gli uomini della casa teodosiana che succedettero al fondatore della dinastia, sia a occidente che ad oriente, furono dei pusillanimi, ma non così le donne, Galla, appunto, e Pulcheria a Costantinopoli. La prima godette di un potere che nessuna donna romana, tranne forse Giulia Domna, aveva mai esercitato e, come sottolinea giustamente l'autore, il consuntivo della sua gestione non può non essere considerato negativo, ma riuscì comunque a conservare l'impero alla casata e sia lei che il marito Costanzo III, che il fratello Onorio morirono nel proprio letto, cosa assai rara in quei tempi travagliati. Ravegnani ripercorre mirabilmente gli intricati avvenimenti del periodo: le invasioni barbariche, le lotte fra i generali, gli intrighi di palazzo e traccia il ritratto di una donna imperfetta, cristiana devota al limite del fanatismo, ma crudele con i nemici (e anche con gli amici come Serena), lasciva oltre il lecito (probabile un suo rapporto incestuoso con Onorio), ondivaga nelle sue scelte politiche, ma ciononostante affascinante e degna di una biografia di questa caratura.
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