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Uno splendido romanzo. A mio parere una delle vette della letteratura italiana del 900. Una scrittura appassionante, avvolgente; la storia di un mondo che si disgrega lentamente fino al crollo finale; la ferocia del regime e della guerra e la follia razziale vissute a Ferrara, nella ricca, tranquilla e benpensante provincia italiana. E se avete visto e amato il film di De Sica non accontentatevi, anche perché, come spesso accade, il film semplifica e in qualche modo schematizza, in particolare lo snodo essenziale della storia, cioè il "tradimento" di Micol, che nel romanzo assume invece i contorni sfumati di una eventualità, di un elemento forse solo onirico. Da leggere.
Un romanzo sicuramente intenso e profondo ma monotono e per niente travolgente. Non lo consiglio
i personaggi sono descritti in maniera profonda e coinvolgente. Un romanzo che non trascina ma ti entra nell'anima lentamente, penetrandola. Forse ci sono delle desrizioni un pò lunghe ed eccessive, ma mai banali. Che schifo le leggi razziali, che vergogna eterna per il nostro paese, leggiamo e ricordiamocele quando ci sentiamo i migliori perchè siamo italiani.
Recensioni
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Alla vigilia delle persecuzioni razziali contro gli ebrei un gruppo di giovani si riunisce nel giardino della villa ferrarese della famiglia Finzi-Contini. Qui fiorisce il delicato, effimero amore di Giorgio per Micol. Un nostalgico, appassionato ricordo della giovinezza alle soglie del conflitto mondiale.
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