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Anno edizione: 1987
Anno edizione: 2013
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Rare cose fanno sognare come quelle notizie di cronaca che racchiudono un destino in poche righe dettate in tono di spassionata neutralità. In questo libro Thomas Bernhard ha scelto come forma letteraria appunto la notizia di cronaca. Così troveremo qui più di cento romanzi in altrettante pagine. Prendendo di sorpresa il lettore, e sostituendo una guizzante velocità al martellio ossessivo dei suoi libri più celebri, Bernhard inanella una serie di storie esilaranti e oltraggiose, tutte enunciate da un cronista che si pretende di impeccabile sobrietà e precisione. I fatti innanzitutto – sembra dirci, con celato sarcasmo. E i fatti, nella loro nudità, riescono pur sempre a sbalordirci. Sono multiformi e coatti come il protagonista della storia che dà il titolo al libro: un imitatore di voci che riusciva a imitare ogni voce possibile ma rimaneva interdetto e si dichiarava incapace quando gli chiedevano di imitare la propria.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Bernhard è un uomo, uno scrittore, una mente che amo. Incondizionatamente. Cui fascino mi ammalia. Cui visione oggettiva del mondo del mondo mi fa sentire meno solo. Sì, oggettiva. La maestria con cui lo fa a pezzi, questo nostro mondo, e le persone che lo popolano è poeticamente lucida e scevra da le sovrastrutture, l'egocentrismo, l'idiozia, la boria dell'umano, sovrastrutture, egocentrismo, idiozia, che sono prerogative soprattutto dell'umano che si definisce colto o che vuol esser ritenuto tale. Mi si riempie il cuore d'amarezza, sapendolo oramai scomparso, Bernhard. Ve lo consiglio.
Bernhard è un gigante della Letteratura. Non cerca il carino o il gradevole, somministra medicine amarissime che risultano sgradevoli al momento, ma il cui effetto benefico dura per sempre. Questo libro è un divertimento, ma non rappresenta la sua opera. Non è adatto a chi vuole conoscere lo scrittore e non ha letto altro di lui. Si tratta di un libro adatto ai lettori di Bernhard di lungo corso. Il voto è la media tra il valore dell'autore (massimo) e la qualità di quest'opera (scarsa).
E' il tono a mio avviso troppo affine alla cronaca giornalistica che guasta un po' l'atmosfera di questi brevissimi racconti. Un tono che risulta troppo freddo, poco coinvolgente, anche quando si narra di suicidi, omicidi efferati, o bizzarrie varie. Pur amando la forma del racconto breve e le opere dell'autore, questa raccolta non mi ha convinto in pieno.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
(scheda pubblicata per l'edizione del 1987)
scheda di Rizzuti, A., L'Indice 1988, n. 4
Insinuandosi nelle fessure del modello antiletterario per eccellenza, quello della breve di cronaca, Bernhard lavora tra parole e cose traendone schemi di racconti brevissimi. Il libro consta infatti di un centinaio di storie lunghe mai più di due pagine che, nonostante la minuziosità delle descrizioni, restano alla fine avvolte da uno straordinario alone di mistero. I racconti sono pieni di suicidi apparentemente privi di logicità, di irrevocabili decisioni prese da autorità senza volto (come in "Speleologi"), di coincidenze e simmetrie puntuali quanto sconcertanti. L'autore, ritraendo l'accaduto con i poveri mezzi del linguaggio "oggettivo", finisce per accrescerne l'inesplicabilità. È quanto accade, ad esempio, nella storia dell'"autore caparbio" che, con un mitra costruito appositamente da una fidata ditta svizzera, spara dalla piccionaia del teatro in cui sta andando in scena l'unica - per sua esplicita volontà - rappresentazione del suo unico lavoro. Bersaglio sono tutti gli spettatori che a insindacabile giudizio dell'autore caparbio ridono al momento sbagliato. A poco a poco tutti vengono colpiti e la scrittura fotografa le cose nelle loro nudità, senza tuttavia comunicare un'impressione di neutra meccanicità al lettore, che resta di fatto sbalordito, conformemente del resto alle intenzioni dell'autore.
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