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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2014
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Da una parte è un’ottima descrizione di Diocleziano e il suo tempo. Un romanzo rigoroso, tecnico e ricco di dettagli, eppure mai pedante. La prima parte del libro vede Diocleziano iniziare la sia carriera militare e arrivare al trono, mentre la seconda tratta tutto il suo regno. Vista la scarsità di fonti sui suoi primi anni nella prima metà l’autore lo rende protagonista di eventi a cui forse non ha mai assistito, però ogni pagina contiene una superba descrizione dell’epoca. Nel corso della trama tocca i più svariati argomenti. Analizza i tanti problemi che affliggono l’impero e le riforme. Descrive le città, il loro ruolo e la loro architettura. Tramite le guerre sono descritti popoli affascinanti. Oltre alla figura di Diocleziano sono analizzati molti personaggi, tetrarchi, imperatori, generali, Re... sebbene abbia un ruolo minore sono rimasto intrigato dal Re persiano Narsete. Presenta un solo difetto. L’autore non riesce a staccarsi dalla sua visione soggettiva, arrivando ad alterare la realtà pur di sostenere la sua visione repubblicana (non nel senso USA del termine). Tanto per cominciare il protagonista è troppo perfetto, un sovrano militare sembra un santo o un filosofo. Mentre Costantino è esageratamente criticato, pur essendo stato un grande sovrano. La critica alle dinastie ereditarie è traballante: tenendo conto che tale sistema funzionava in altri paesi, come l’Impero Sassanide, forse se non funzionava nell’impero romano la colpa era dei romani. Il loro mondo è sempre stato politicamente instabile, la tetrarchia ad esempio funzionava solo perché gli altri tetrarchi erano subordinati di Diocleziano. Pur di difendere la mentalità romana arriva a giustificare l’anarchia militare, affermando che l’esercito aveva sostituito il popolo nella scelta dell’imperatore! Che bella scusa. Comunque è un buon libro, anche se non al livello di Scarrow o Sidebottom. Apprezzata la nota di apertura con la differenza tra il romanzo storico e quello ad ambientazione storica
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