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Anno edizione: 2015
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Se non conosci Ferraro questo libro potrebbe non piacerti, così come potresti rimanere deluso se non sai cosa vuol dire crescere a Quarto Oggiaro o, analogamente, in una periferia simile di qualsiasi grande città. Ho trovato ottimo questo libro, e non solo come poliziesco. Nel mondo letterario ci sono più commissari e ispettori che pagine lette ma Ferraro è Ferraro, che poi si dice Ferraro ma si intende Biondillo. Anche altre volte l'autore ha provato a mischiare storie differenti ma questa volta ci è entrato con entrambi i piedi e, a mio parere, non ha fatto danno. Questo libro, che si può definire tanto romanzo quanto poliziesco, racconta, a volte con una prosa piacevolmente più fine, alcune angolazioni di vita reale, quella che ognuno noi può toccare con mano tutti i giorni. Non mi piacciono i personaggi, di qualsiasi libro, che vivono la loro storia in un mondo irreale, costruito ad arte; per quello c'è la fantascienza. Questo non significa che il libro non abbia pecche, ad esempio, ogni tanto tende a scivolare in un melenso troppo marcato, ma ci può anche stare. Alla prossima indagine.
Sempre ad alto livello Biondillo, con i suoi urban-thriller che ruotano attorno all'ispettore Ferraro, scontroso borgataro fattosi poliziotto. Forse un po' a corto di idee rispetto ad altre precedenti produzioni, l'autore ha intrecciato due storie autonome venendo meno (in piccola parte) alla sua consueta linearità. Comunque più che piacevole.
Ho terminato ieri sera a mezzanotte (tardissimo per me che alle 9, se non c'è un buon programma di sport in TV, sono già a letto con un buon romanzo da leggere) il recentissimo "L'incanto delle sirene". BRAVO BIONDILLO!!! Non aggiungo altro. No, non è vero, aggiungo. Questo romanzo mi pare fra i migliori dei suoi, con il doppio intreccio che rimbalza la suspence come la pallina di tennis da un lato del campo all'altro. Personaggi ben delineati, ambientazione d'attualità, giusto mix di argomenti seri e meno seri. Belli i dialoghi, come è nel suo stile. Da leggere.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Gianni Biondillo ha sempre amato raccontare la sua Milano, sia attraverso le indagini del commissario Ferraro, di stanza a Quarto Oggiaro, sia attraverso opere che la descrivono nella sua connotazione urbanistica di grande Metropoli come Tangenziali (Guanda), scritto nel 2010 insieme a Michele Monina. Nel suo ultimo romanzo torna sulle contraddizioni della sua città e approfondisce un ambiente, quello della moda, che è uno dei settori trainanti dell’economia e dell’immagine del capoluogo lombardo. Non manca però di indagare anche la periferia, il mercato degli alloggi abusivi, il dramma degli sfratti. Ci sono due mondi a Milano, che convivono l’uno di fianco all’altro e che non comunicano.
«Era come se esistessero due città, due Milano, una per gli dei e una per i dannati. Due mondi che avrebbero dovuto non incrociarsi mai. Tutta colpa sua e della sua voglia di scompigliare le carte. Se ognuno restasse al suo posto e si accoccolasse nei suoi caldi e rassicuranti pregiudizi, si vivrebbe meglio. Ci sarebbe poco da spiegare. Accettare la condizione del male, vivere senza coscienza, istintivi, senza pretendere di liberarsi dalle catene delle regole, delle classi. Vivere accettando che tutto sia già scritto. Che errore fu quello di sua madre, imporgli di studiare, di emanciparsi dal suo destino sottoproletario. Cos’era ora? Uno sbirro, visto con sospetto dai suoi fratelli e con sprezzo dai suoi padroni» (pag.193): questi i pensieri di un Ferraro disilluso e amareggiato.
Ma L’incanto delle sirene è innanzitutto un giallo e come tale deve partire da un crimine: in questo caso si tratta dell’assassinio di una modella, avvenuto nella nuovissima piazza Gae Aulenti (il cui grattacielo principale non esalta l’architetto Biondillo).
Il bersaglio era lei o lo stilista Varaldi?
Michele Ferraro si occuperà nelle indagini, trascinato dalla vecchia amica Luisa Donnaciva. Romanzo per romanzo è invecchiato ed è cambiato: ora fatica a seguire i comportamenti della figlia adolescente, ma l’asseconda sperando prima o poi di trovare una chiave di lettura. E’ stanco a volte, ma non rinuncia a far sentire la sua voce e a polemizzare sul lavoro, se serve.
Intorno il mondo dorato della moda milanese, con i suoi riti e i suoi personaggi eccessivi, ma anche (forse un po’ a sorpresa per chi non lo conosce profondamente) i duri ritmi di lavoro, la dedizione, la passione.
Non in tutti i gialli ci sono storie parallele, ma qui sì. Oltre agli sfratti e alle occupazioni abusive ci sono gli arrivi di profughi da paesi in guerra, come la Libia e personaggi quasi fiabeschi che si materializzano in una storia poliziesca: Oreste, un uomo apparentemente senza speranza, che trova una missione da compiere e Aisha, detta Occhiblu, che dopo aver attraversato il mare si ritrova improvvisamente sola.
Un romanzo multiforme, come tutti quelli di Biondillo con protagonista Ferraro, ma questa volta forse un po’ di più: davvero tante le variazioni e i toni, che ne fanno una lettura appassionante.
Recensione di Barbara Bottazzi
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