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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
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Un dialogo tra padre e figlio, accomunati da storie familiari e dalla passione per la letteratura ritenuta migliore della psicologia,dove la fiaba aiuta l’analista per la sua differente logica. Il modello di Jung tiene assieme gli opposti è consapevolmente incompleto, aperto.Più concetti junghiani: l'“Ombra”; l'immaginazione inconscia che è creativa; la nevrosi come iniziazione. Il pensiero di E.Bernhard ruotava attorno al conflitto che oppone ciò che in noi è collettivo, e ci viene trasmesso attraverso l’educazione e la cultura, e ciò che invece appartiene alla sfera del singolo,puntava molto sull’affrancamento dal collettivo, sullo sviluppo di un destino individuale. Importante è il processo di differenziazione dall’eredità collettiva, dal mondo dei ‘genitori’. Freud utilizzava la metafora della bonifica (liberare l’Io dalle zone abusivamente occupate dall’Es) invece per Jung è una trasformazione reciproca: l’empatia.Entrambi hanno in mente un “uomo riuscito”La maturità dell’uomo è accettare la propria finitezza nell'ideale di una vita dotata di senso. Nella seduta analitica si viene invitati a disfarsi della Persona (maschera, immagine sociale), ma anche il linguaggio è una maschera. Un linguaggio che ora ha possibilità di "dilatazione". Il sogno può essere interpretato sia a livello dell’oggetto che del soggetto. Freud interpretava semanticamente i sogni (guardava al passato), Jung simbolicamente (passato, presente, futuro). Nei sogni ci sono desideri e progetti. Va cercato l’opposto di quel che pensiamo.La verità è irraggiungibile, ma non è mai nulla, svolge pur sempre la funzione di un punto prospettico. E, la comprensione non è un’adesione all’insondabile: nel comprendere c’è sempre la necessità di superare le proprie categorie usuali – dunque esiste al suo interno un’attività, una capacità di trasformazione, per non soccombere all’indicibile noi siamo sempre costretti a interpretare- sta lì la nostra salvezza.
Due grandissimi UOMINI a confronto.
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