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Toccante, poetico, breve ma intenso!!! Lo consiglio.
Un po' forzato nella trama, non particolarmente originale nello stile. L'autrice è giovane, studia da medico (...anche), è sensibile (questo si), forse si farà!
"Il legno sembra fermo,ma è sottoposto a pressioni interne che lentamente lo spaccano.La ceramica si rompe,fa subito mostra dei suoi cocci rotti.Il legno no,finché può si nasconde,si lascia torturare ma non confessa.Io sono di legno." Mia dal"nome prepotente"e Giulia dal nome latino(come quello delle sue sorelle maggiori Flavia e Livia)sono mamma e figlia e nelle pagine dei loro diari si scoprono di legno entrambe.Ma nello stesso momento in cui confessano di essere di legno,non lo sono più perché si rendono conto di essere fatte di carne,di sentimenti e che le loro emozioni non possono essere sopite per pudore(Giulia)o per paura(Mia).Madre e figlia nei loro diari si mettono a nudo e mettersi a nudo significa anche avere il coraggio di fare i conti con il passato familiare,quel passato che è stampato nel DNA,che "è spina dorsale,è il posto dello sforzo, è un grattacielo di vertebre impilate una sull'altra".E Giulia sa, come medico e come figlia-sorella,che dalla famiglia non si può scappare e come madre ha cercato di dare alla figlia una famiglia diversa, ma si rende conto che per non fare gli stessi errori della mamma "di cristallo" ne ha commessi altri.Solo che Giulia ha il grande desiderio di salvare sua figlia Mia dalla sua autodistruzione:scrivere,svelarsi per quello che è con le sue paure,confessare il suo legame forte e sbagliato nei confronti della sorella"perbenista"Flavia,raccontare l'incontro con Suor Sofia nei cui occhi neri profondi come un pozzo c'è una storia fatta di amore e dolore,raccontare il suo matrimonio,raccontare di Miguel.Solo raccontando e raccontandosi (così come Mia si sfoga nelle pagine del suo diario)Giulia potrà aiutare sua figlia Mia che pensa"che il legno è tosto, ma che sotto l'acqua può ammorbidirsi". Ho letto questo romanzo impetuoso di G.Carcasi l'estate scorsa e mi sono fatta travolgere dalla lettura parallela dei due diari, ma finita la lettura già sapevo che avrei riletto"Io sono di legno"per assaporarlo con calma
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