L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2006
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sono passati quasi ventiquattro anni dal primo album dei PULP, uscito nell’Aprile del 1983, e sei dall’ultimo. Apparente stand-by dal 2001 in poi. Intanto tante osannate band si sono accompagnate e strascicate ai PULP ma da quel groviglio davvero pochi superstiti sono perdurati onestamente alla fame brit-bulimica anni novanta. Jarvis Cocker è tra i superstiti, no di fortuna, come alcuni, ma tra quelli meritevoli che la zattera l’hanno condotta e liberata. Che Jarvis avesse da sempre strizzato l’occhio ad alcune autorità morali come Paul Weller, Leonard Cohen, o l’amato Scott Walker o, uno su tutti, l’indimenticabile Serge Gainsbourg era roba nota. E lo è ancore di più ora, nel suo imminente compassato esordio. Mellotron, pianoforte, vibrafono e archi si elevano con ironia e pungente sarcasmo in brani che si mescolano al pianto e al riso, all’amore e alla perdita (roba che sanno fare in pochi). Ancora una volta l’uso orchestrale sposa perfettamente la ritmica e l’accattivante dinamica melodica che caratterizza la scrittura di Jarvis Cocker. Il tono dell’album è tipicamente confidenziale, gentile, ma graffia strutturandosi in una denuncia sociale piuttosto che aprendosi in un richiamo sessualizzato individuale come ci abituò, illo tempore, Mr. Cocker. Dominano le ballate lievi e speranzose come “Baby’s coming back to me” o “I will kill again”, tra gli echi da primo materiale Pulp di “Tonite” o “Big Julie”, deliziose. Riecheggiano gli anni d’oro in “Don’t let him waste your time” (non a caso primo singolo estrapolato dall’album), “Black Magic” e “Fat Children” grido indie-wave scagliato contro i soprusi di inquieti bimbi grassottelli che ci dice Jarvis “wanted my brand-new phone with all the pictures of the kids and the wife”. La conclusione è affidata alla chitarra acustica e ai violini di “Quantum Theory”. Please to meet you, Jarvis! E francamente dopo questo album viene ancor più voglia di cantare “Love is Blind” o “Mis Shapes”.Sarà normale! Ergo: la tua è ancora una different clas
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore