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Geniale, inquietante, depravato, perverso, folle e coinvolgente, il nuovo romanzo dell’autrice di Il mio anno di riposo e oblio.
«Quando chiedeva consiglio agli uccelli, quelli rispondevano che non sapevano nulla dell’amore, che l’amore era un difetto propriamente umano che Dio aveva creato per controbilanciare il potere della avidità degli uomini.»
«Attraverso un mix di stregoneria, inganno, omicidio, abusi, deliri, conversazioni assurde e momenti raccapriccianti, Moshfegh crea un mondo in cui non vorresti mai abitare, ma dal quale non puoi distogliere lo sguardo.» - The Atlantic
«Ciò che colpisce qui non sono tanto le capacità di Moshfegh con i personaggi o la narrazione, o anche il suo stile… quanto le qualità che Lapvona condivide con un dipinto di Francis Bacon: raffigurare con una vitalità sanguigna l’animale umano nel suo caos originario, senza morale né giudizio.» - The Guardian
«Disturbante, crudo, nero. Il mondo tratteggiato da Ottessa Monshfegh in Lapvona è governato da ferocia, bugie, avidità, egoismo, ignoranza, disuguaglianze sociali e annessi mali, dunque in parte tristemente vicino alla realtà odierna.» - Il Fatto Quotidiano
«Un libro che al passo rapido, da cinepresa, fa seguire una bulimia tematica che non lascia scampo, innescando una curiosità continua, pari solo al disgusto di cui, il narratore, è tronfio artefice.» - Sara Annicchiarico
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Otessa Moshfegh è un'abile scrittrice; le parole si tramutano facilmente in immagini, i nomi diventano personaggi tridimensionali e l'ambiente reale. Entriamo in una Lapvona vivida, cruda e spirca come se fosse un'esperienza con il VR. E allora che cos'è che manca? Una certa corposità narrativa. Moshsfeh sembra avere il timore di addentrarsi troppo nel modo da lei creato e rimane così ad un livello superficiale. Da questo punto di vista Lapvona può essere visto come un prototipo, un esperimento letterario. Che Lapvona funga da struttura, da scheletro, per il futuro indirizzo della scrittrice? Solo il tempo potrà dircelo, nel frattempo quest'ultimo romanzo può essere letto senza avere troppe pretese e così goderselo appieno.
. Quello che si ha davanti è un insieme di scene quasi del tutto staccate l'una dall'altra, ciò che succede è come se venisse dimenticato nel capitolo dopo. Questo collage di scenette non trasmette nulla né divertimento né tantomeno orrore e disgusto. L'autrice cerca in tutti i modi di incastrare eventi macabri in ogni dove rendendo però la lettura stucchevole, inoltre davvero pochi di questi eventi risultano quantomeno ben pensati, gli altri sembrano buttati li per far volume.
Siamo sinceri, le recensioni mancano di obiettività. Ho comprato questo libro dopo averne letto la recensione. Mi sembrava somigliare a Vardo. Dopo la tempesta. Libro magnifico. Questo è veramente sgradevole e brutto, veramente brutto. Non ha ne capo ne coda se non quando racconta le nefandezze del castellano. Su queste di sofferma come se fossero le cose più importanti del libro. Bah, non so chi abbia potuto dare tante stelle a questo libro che non da’ niente e non merita niente. Anche dare una stella è blasfemo
Recensioni
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