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«Vorrei tanto che un uomo, un uomo solo mi capisse. E desidererei che quell’uomo fosse lei». Così si rivolge il narratore, all’inizio di questo romanzo, al suo giudice – e insieme a ogni lettore. La storia che segue è una storia di amore e di morte, carica d’intensità, esaltazione e angoscia. È la storia di un uomo che si sente trascinato a uccidere una donna perché la ama troppo. Lo sfondo: stazioni gocciolanti di pioggia, bar, piccoli alberghi della provincia. Agente provocatore: il caso, che fa apparire una ragazza minuta, pallida, arrampicata su alti tacchi, nella vita di un medico, uomo «senza ombra», la cui esistenza, così normale, si avvicina sempre più al confine con l’inesistenza. E quella donna è l’ombra stessa, qualcosa di oscuro e lancinante al di là di ogni ragione, che conduce tranquillamente alla morte. Queste le ultime parole della confessione: «Siamo arrivati fin dove abbiamo potuto. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Abbiamo voluto l’amore nella sua totalità. Addio, signor giudice».
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Lettera al mio giudice sconvolge un po' il modus operandi dell'autore, per più di un elemento. Infatti il romanzo inizia con una lettera che un condannato per omicidio scrive dal carcere al giudice istruttore, per poi diventare una vera e propria narrazione da parte di lui stesso, il che lascia intendere che egli compia una sorta di autoanalisi; inoltre, se normalmente, sia che si tratti di giallo che di noir, c'è un omicidio e poi la ricerca dell'assassino o i comportamenti di questi per sfuggire alla cattura, qui i giochi sono già stati fatti, e direi che si inizia da quella che è comunemente la fine per arrivare poi al delitto. Si tratta quindi di una scommessa stilistica, d'impostazione e di struttura, la cui realizzazione non è per nulla facile, anche per un maestro come Simenon, e in effetti, a mio avviso, l'obiettivo non viene raggiunto del tutto, anche perché se l'impianto sta in piedi, inevitabilmente viene a essere gravato prima dalla forma a cui é ricorso, la lettera, e poi dalla narrazione in prima persona. Oh, intendiamoci, non è che la grande capacità di introspezione venga meno, che diventi carente quel notevole valore aggiunto di saper così ben delineare l'ambiente e l'atmosfera, di cogliere nei confronti dei personaggi quelle loro debolezze che possono muovere a un sincero senso di pietà. Quello che invece finisce con l'essere un elemento, se non negativo, almeno non positivo, è l'inevitabile grevità del testo, il suo ritmo per lo più lento imposto dalla scelta stilistica, e questo tuttavia senza nulla togliere alla valenza dell'opera, ragguardevole senz'altro, ma non di livello così elevato come in altri casi.
bellissimo.....un capolavoro, libro che ti emoziona e ti colpisce nelle descrizioni psicologiche del protagonista...
Capolavoro assoluto, da leggere assolutamente. Un Simenon d'annata, da gustare come un vino di livello superiore. ECCEZZIONALE
Recensioni
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