Compositore. Scarse le notizie sulla sua vita, trascorsa dal 1630 alla morte nelle mansioni di maestro di cappella della chiesa di S. Apollinare a Roma; problematica la cronologia delle sue opere. Negli anni giovanili si sa che fu attivo come cantore e organista nel duomo di Tivoli (1623-27) e come maestro di cappella nel duomo di Assisi (1628-29). A Roma venne presto a contatto con gli «esercizi oratoriali» nella forma coltivata dalla Compagnia del Crocifisso, che utilizzava come elemento musicale il mottetto latino dialogico e concertato, con parti corali e solistiche e brani in stile recitativo, sulla base del basso continuo. C. si inserì pertanto, dopo E. De' Cavalieri e P. Quagliati, in uno stadio già avanzato del processo che darà luogo all'oratorio come genere musicale autonomo. Ma per valutare nella giusta misura il contributo di C. alla nascita dell'oratorio, occorre tener conto della grande varietà di forme che si riscontra nella sua produzione sacra; dal piccolo mottetto dialogato all'«historia» biblica, dalla lamentazione alla cantata latina, dal dialogo all'oratorio in due parti propriamente detto. Muta non solo l'ampiezza della composizione, ma il numero delle voci (dall'unica con tre personaggi nel Lucifer, a un massimo di dodici nel Diluvium universale), la distribuzione delle funzioni dialogiche e narrative tra il coro e i soli, la ripartizione fra episodi corali, recitativi, duetti, terzetti, ariosi e interventi strumentali. Al di là delle distinzioni esterne, l'elemento comune è dato dal carattere epico della rievocazione e dalla concretezza che impregna il dramma narrato distendendolo in una serie di presenze dirette. L'apporto innovativo di C. va quindi cercato, più che nelle novità di ordine formale, nella creazione del clima oratoriale, nei procedimenti espressivi attraverso i quali la materia biblica si trasforma in epopea sacra. In primo luogo, il coro non è più impiegato con significato convenzionale per rappresentare un personaggio singolo, ma è calato nel vivo della situazione come personaggio di massa, folla o gruppo definito di persone, che ora dialoga con i soli, ora li interrompe e li contrasta, raccontando o commentando, lasciando emergere esclamazioni e richiami, dividendosi talvolta, al suo interno, in una pluralità di voci dialoganti. Si pensi alle moltitudini di demoni nel Dives malus, alla cupa folla dei dannati con le tenebrose sonorità delle voci maschili (Lamentatio damnatorum), alle festose voci femminili dei beati e dei martiri cristiani (Exultabunt iusti e Martyres ), alle imponenti masse degli angeli e dell'umanità disperata, veri protagonisti del Diluvium. In secondo luogo, al posto della figura impersonale dello «historicus», la funzione narrativa appare spesso distribuita, anche nell'ambito dello stesso oratorio, fra il coro e personaggi diversi, in modo che il racconto sia rivissuto di persona dai protagonisti stessi. Infine, la caratterizzazione delle figure e della situazione drammatica è sempre precisa e suggestiva, assecondata da una pratica melodica ardita che spesso supera l'ambito dell'ottava, con ricche colorature cromatiche, ampi salti e modulazioni a tonalità lontane. Si ricordano, fra gli esempi più efficaci, le implorazioni di Ezechia (nella «historia» omonima) l'accorato e patetico lamento di Jephte (in Jephte, forse il capolavoro dell'arte oratoriale di C.) e le veementi imprecazioni del demonio. Un accorto impiego dei contrasti timbrici fra le voci, dell'effetto d'eco e degli incisi restituisce varietà e ricchezza di articolazioni alla compagine essenzialmente omofona dei cori. Gli interventi degli strumenti, piuttosto limitati nell'accompagnamento delle voci, si concentrano per lo più in brevi sinfonie introduttive e in ritornelli intercalati nel corso del dramma. Di C., complessivamente, si conoscono 207 fra oratori (si conoscono ancora Judicium Salomonis I e II) e mottetti sacri in latino da una-dodici voci, 8 messe, 227 cantate profane in italiano, 4 cantate burlesche, 42 versetti per organo negli otto modi ecclesiastici e il piccolo trattato pratico di teoria e composizione Ars cantandi.