(Godalming, Surrey, 1894 - Hollywood 1963) scrittore inglese. Nacque in una famiglia di grandi tradizioni culturali: suo nonno era il biologo T.H. Huxley, lo zio di sua madre era lo scrittore M. Arnold. Dopo gli studi a Eton e a Oxford, H. espresse in una serie di romanzi ingegnosi e brillanti (Giallo cromo, Crome yellow, 1921; Passo di danza, Antic hay, 1923; Punto contro punto, Point counter point, 1928) la crisi dei valori tradizionali seguita al conflitto mondiale. Centrale in questi romanzi, come in tutta l’opera di H., è la riflessione sul rapporto tra emozione soggettiva e realtà oggettiva, tra giudizio etico-estetico e accertamento scientifico delle cause. Nel suo romanzo più noto, Il mondo nuovo (Brave new world, 1932), che è anche uno dei testi più illustri della narrativa di anticipazione, svolge l’allarmata profezia di una società interamente dominata dagli apparati tecnologici. Nei successivi La catena del passato (Eyeless in Gaza, 1936) e Dopo molte estati (After many a summer dies the swan, 1939), H. (che nel 1937 si era trasferito negli Stati Uniti) abbandonò lo schema della satira per affrontare la ricerca di valori positivi, e si dedicò quindi allo studio della letteratura mistica (Filosofia perenne, The perennial philosophy, 1945) e persino alla sperimentazione degli allucinogeni come scorciatoia alla verità assoluta (Le porte della percezione, The doors of perception, 1954; Paradiso e inferno, Heaven and hell, 1956). In Ritorno dal mondo nuovo (Brave new world revisited, 1956) H. dichiarò di avere peccato di ottimismo nelle sue passate profezie - la realtà gli appariva già peggiore delle previsioni - e indicò l’unica via di scampo nella «conoscenza unitaria del Tao».