Pietro Citati è stato un critico e scrittore italiano. Collaboratore di riviste («Paragone», «Nuovi Argomenti») e quotidiani («Il Giorno», «Corriere della Sera», «la Repubblica»), è stato condirettore della Fondazione Lorenzo Valla.
Lettore acuto e raffinato, estraneo a scuole e correnti, coltiva un modello di accostamento mimetico al testo – sulle orme di Sainte-Beuve – capace di ricreare i valori poetici dell’autore analizzato.
«Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell'angolo più oscuro del capitolo, c'è una frase scritta apposta per noi.»
In monografie e raccolte di saggi di largo successo Citati ha rievocato grandi temi e personaggi della cultura antica e moderna, inclusa quella orientale: Goethe (Mondadori 1970; Adelphi 1990, premio Viareggio); Il tè del cappellaio matto (Mondadori 1972); Immagini di Alessandro Manzoni (con E. Milano, 1973 Mondadori 1973; poi Manzoni, 1980; col titolo La collina di Brusuglio, Oscar Mondadori 1997); Alessandro (Rizzoli 1974; ed. ampliata con il titolo Alessandro Magno, 1985; Adelphi 2004); La primavera di Cosroe (Rizzoli 1977; Adelphi 2006), Il velo nero (1979); Vita breve di Katherine Mansfield (Rizzoli 1980; Oscar Mondadori 2001); Il migliore dei mondi impossibili (Rizzoli 1982); Tolstoj (Longanesi 1983; Adelphi 1996; premio Strega); Il sogno della camera rossa (Rizzoli 1986); Kafka (Rizzoli 1987; Adelphi 2007); Ritratti di donne (Rizzoli 1992); La colomba pugnalata. Proust e la Recherche (Mondadori 1995; Adelphi 2008); Il Male assoluto. Nel cuore del romanzo dell’Ottocento (Mondadori 2000); La mente colorata. Ulisse e l’Odissea (Mondadori 2002); Israele e l’Islam. Le scintille di Dio (Mondadori 2003); La civiltà letteraria europea da Omero a Nabokov (Mondadori 2005); La morte della farfalla (Mondadori 2006), dedicato alla leggenda di Francis Scott Fitzgerald e della moglie Zelda; La malattia dell'infinito (Mondadori 2008); Leopardi (Mondadori 2010), Elogio del pomodoro (Mondadori 2011), Don Chiosciotte (2013).
Unendo documentazione e invenzione romanzesca ha narrato anche vicende familiari (Storia prima felice, poi dolentissima e funesta, Rizzoli 1989; Oscar Mondadori 2002) e storiche (La caduta del Messico, 1992), ha ripercorso i miti sulla storia del mondo (La luce della notte. I grandi miti nella storia del mondo, Mondadori 1996) e indagato quelli moderni (L’armonia del mondo. Miti d’oggi, Rizzoli 1998) e antropologici (Sogni antichi e moderni, Mondadori 2016).
Pietro Citati è scomparso nel 2022 all'età di 92 anni nella sua casa di Roccamare.
Nel ricordalo Antonio Carioti sul Corriere scrive: «Ciò che più colpiva in Pietro Citati era la versatilità con cui, nel suo lavoro di critico letterario, riusciva a spaziare tra le epoche, i generi e gli autori più diversi.»
La casa editrice Mondadori, con cui Citati ha pubblicato diversi libri e che gli ha dedicato un Meridiano, lo ha ricordato con una sua celebre frase: «Io so fare pochissime cose: anzi, una cosa sola, e dubito di farla bene».