La macchia umana
Philip Roth
- EAN: 9788806173340
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Recensioni dei clienti
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Il "cupio dissolvi" appartiene al passato, sembra pensare Roth in questo romanzo così gravido di cattiveria e allo stesso tempo così triste. Oggi chi si lascia attraversare dalla pulsione di morte vuole andarsene lasciando ad ogni costo una traccia di sé, la "human stain" del titolo, esattamente come chi vuole invece intensamente vivere. Nessuno in questo mondo ritiene di essere trattato in modo rispettoso e, magari anche solo all'ultimo momento, intuisce che «ogni purificazione è uno scherzo» e che «la fantasia della purezza è terrificante» (cap. IV). Non conta l'origine del soggetto: puoi essere Wasp, nero o ebreo, intellettuale, reduce del Vietnam o sottoproletario; puoi far ripartire la tua vita più e più volte oppure congelarla nel suo momento di grazia; alla fine resti solo con la rabbia dell'offesa non restituita, del riconoscimento mai arrivato. Splendido libro sull'impossibilità dell'equilibro morale.
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Si percepisce lo spessore del romanzo e la qualità del racconto, ma la scrittura lenta e poco scorrevole rendono la lettura noiosa e difficile. Per me è stato piuttosto indigesto.
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Grandissimo romanzo sul relativismo che usa il razzismo come tematica principale della vita e della menzogna del protagonista ma, soprattutto, quale pretesto per il reale filo conduttore:l'affermazione dell'Io, di cui Coleman (proprio il protagonista) è grande pioniere. Tutta la sua vita è guidata dalla necessità di gestire il proprio destino, non permettendo mai che il grande "loro" possa imporgli la sua intolleranza e che il piccolo "loro" divenga noi e possa imporgli la sua etica. E' un grido che vuol negare la tirannia del noi, così moralisticamente coercitiva e assorbente, è la lotta appassionata per la singolarità, per la propria preziosa unicità, alla ricerca del significato profondo dell'esistenza, che lo porta a interpretare magistralmente una vita costruita ingegnosamente, anche se nell'inganno e nel delitto. Ma per venirne infine sconfitto, raggiungendo la consapevolezza, anche attraverso una giovane "amica", che tutto il genere umano, tutto il grande noi, è inevitabilmente qualificato dalla "macchia umana", quella impronta che lasciamo affinchè il noi possa proseguire ed esistere: impurità, crudeltà, abuso, errore , escremento , seme. Non è quello in cui è caduto anche Coleman? Non è quello che ha subito anche Coleman?
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La denuncia più acuta e intelligente del razzismo e dell'ipocrisia su cui mi sia mai capitato di posare gli occhi.
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farsi guidare in un america di cui non si parlerà mai, questo è la macchia umana. philip roth gioca con le minoranze, indaga e scopre l'animo umano e lo fa in modo sincero, sensuale, a volte brutale o stupido, altre da intellettuale. tremendamente reale eppure grottesco, un capolavoro.
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Sicuramente i temi trattati in questo libro sono importanti e lo possiamo riconoscere tutti. Il modo in cui si svolgono le vicende, come vengono narrati, e la psicologia dei personaggi fa sì che il libro sia difficile da leggere, lento e noioso in molti tratti.
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Il più bel libro del più grande scrittore vivente...
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La tragedia di una mente lucida e brillante che costruisce tutta la sua vita sulla menzogna della sua origine da una razza che egli, e la societa' dell' epoca, non accetta si misura dal dolore, immenso, che questa scelta gli impone. Una sorta di controvaluta preziosa in cambio di un abito su misura. E Roth ne analizza con la genilaita' che gli e' propria tutte le diamiche che dal profondo dell' anima del protagonista muovono la mente del professore dell' Athena College, costretto alle dimissioni per essere stato accusato di razzismo, cioe' per aver dato del "negro" a due studenti assenti alle sue lezioni di lettere classiche. Piu' rimozione di cosi' neanche Freud sarebbe riusciuto a teorizzare di meglio. Ed e' paradossale nella misura in cui e' assurdo che il circiolo dell' umana esistenza di quest' uomo si chiuda in una dimensione di falsita' estrema. Totale e radicale. Tutto, ci viene raccontato dal solito alter-ego di Roth il Nathan Z. che assiste alla bizzarra teatralita' della farsa che si va rappresentando ignorando il meccanismo che ne sottende le leggi e che, solo per caso scopre il mistero. Libro bellissimo, tradotto in modo eccellente. Una storia, al solito, multifattoriale, in perfetto equilibrio tra presente e passato che si pone, come la buona letteratura, al servizio di un lettore che non si ferma alle apparenze della trama ma che, osservandola sul testo come un raffinato menu', o come una sorta di di fabula, la adotta per penetrare il dramma dell' esistenza stessa, racchiusa nel devastrante rifiuto di non voler accettare cio' che la sorte, le leggi del caso, la genetica, la storia, ci hanno riservato senza chiederci il parere. Il dramma di chi non vuole essere un falco chiacchierone e neppure un' arrendevole colomba ma un cigno favoloso e nero. Nero se solo la societa' lo rende prezioso agli occhi di chi lo guarda con ammirazione, svestendo con stizza il suo abito bianco, bianco come un giglio. E puro, di quella purezza che si veste solo di verita'.
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Iniziato e lasciato poco dopo: non l'avrò capito, me l'aspettavo almeno comprensibile
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Geniale. Non ci sono altre parole per descrivere questa opera. Personaggi complessi,ma veri,una trama fantasiosa, accattivante, densa di denunce e di rflessioni importanti. Colemann ha una forte persnalità e spaizza, cosi' come aveva fatto lo Svedese. Una prosa liscia, levigata, colta e insidiosa. Un libro difficle, cattivo, a tratti faticcoso. Ma Roth è un genio!
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Ho fatto una fatica immane a leggere questo libro. Sicuramente molte delle iflessioni fatte sono vere. Ma sotto certi aspetti, ho trovato poco interessante andare avanti con la lettura; infatti, giunto a metà del libro, ho dovuto interrompere.
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Un libro straordinario sia per la forza espressiva della scrittura (l'ho letto in lingua inglese, ) sia per l'analisi psicologica dei personaggi. Indimenticabili le pagine in cui l'autore smaschera e sferza l'ipocrisia presente in tutti gli strati della società americana e in particolare nell'ambiente universitario. Credo che Philip Roth avrebbe meritato il Nobel molto di più di alcuni scrittori ai quali è stato attribuito in questi ultimi anni, a mio parere, insignificanti (ad eccezione di Saramago).
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Non si può dare un giudizio negativo e affrettato del romanzo solo perchè non se n'è compreso il senso, o perchè non rientra nei propri gusti personali. Bene è così! I gusti sono gusti. O meglio si potrebbe obiettare sostenendo che i gusti sono sogettivi e che l'oggettività è data dalla convergenza comune nel ritenere un "capolavoro" solo quelle opere di cui tutti ne capiscano il senso. Ma allora si compra altro, oppure bisogna che il potenziale lettore, prima di acquistare il libro, legga prima qualche pagina in libreria. Ma veniamo al romanzo. C'è da dire che la trama è secondaria rispetto alle tante e geniali riflessioni che Roth fa dell'America. Non che sia pleonastica(la trama) del tutto, ma ha la mera funzione di fungere come base di sostegno per spalmare e mettere in luce il falso moralismo degli americani. E' un romanzo sulla facilità dei giudizi, sui prigiudizi, sulla condanna del sentito dire etc. A chi ama le riflessioni!
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Che non sia un libro facile, che sia un libro che richieda tutto te stesso, che sia un libro che a tratti possa anche darti fastidio, disgusto anche fisico, che ti costringa, a volte, a chiudere pagina e spegnere la luce, magari per stare a occhi aperti a ripensae a quello che appena letto, ecco, io, per me, questi motivi, che non spiegano tutto, sono già sufficienti per fare di questo libro un grande, autentico libro, di quelli che ti porti dietro, per anni, a lavorarti dentro.
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A tratti esaltante per la genialità dei pensieri. A tratti la storia prende respiro, ma per rapirti subito dopo. Un intreccio di "macchie" che si allargano e mutano forma nell'illusione di non sovrapporsi, ma è solo la natura che comanda il gioco. Ancora meglio di "pastorale americana", anche se il personaggio dello "Svedese" rimane irripetibile.
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E' il primo romanzo che leggo di Roth. Tutti i commenti che avete rilasciato fino ad ora contengono del vero. E' un libro che può esser interpretato come noioso (per lunghi tratti) e troppo prolisso (infarcito di lunghi ed inutili periodi) o, per alcuni, questa difficoltà per il lettore (innegabile) può esser interpretata come una lunga e ardua camminata "dentro" un opera dal peso specifico rilevante, ovvero complessa e pesante più per come è scritta che per la sua relativa lunghezza. Per dare 1/5 a Roth ci vuole il pelo sullo stomaco perché è innegabile che seppur con molti vuoti narrativi il nostro qui e là regala pagine veramente di grande livello. Unici commenti che non mi trovano d'accordo sono sulla volgarità e sul fatto che sia meglio guardarsi il film che tra l'altro è uno dei più brutti degli ultimi 10 anni. Comunque ad uno scrittore esordiente gli avrebbero sfrondato mezzo libro per alleggerirlo. Non più di 3 comunque, ora corro a leggere Pastorale.
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come non collocare quest'opera tra i capolavori della letteratura mondiale?? Roth ci conduce per mano ,con una capacità dialettica sublime, in sentieri narrativi aspri, sterrati e progressivamente accidentati, ma allo stesso tempo apre dinanzi ai nostri occhi scenari interiori straordinariamente rigogliosi , pregni di cromie e di struggenti sfumature dell'anima.Una percorso duro, decisamente per "piedi buoni", ma al termine del quale ci si sente arricchiti di nuove luci e di impensabili e vertiginose visuali umane.Un pò spossante la lettura degli infiniti capitoli..ma è una fatica di cui si è prontamente ripagati.Un brano su tutti:Il pranzo terapeutico al ristorante cinese, in compagnia dei reduci del vietnam; delirantemente bello!da leggere sgombrando la mente dalla spazzatura delle quotidiane incombenze!
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Metto 4 x alzare la media immeritata (soprattutto da chi vota senza leggere), anche se x me merita 3+, non tanto x come è scritto (in maniera magistrale, con profondità e verità difficili da trovare in altro autore contemporaneo) quanto per la trama e per il senso di oppressione e di ansia che mi ha trasmesso. Lo consiglio per il puzzle di personaggi e di vissuto in cui ciascuno, anche il più odioso e superficiale dei caratteri, ha le sue ragioni; la comprensione umana li tocca tutti, e pare quasi di vederseli davanti. Non si affronta come un romanzo d'evasione, per cui va letto senza disturbi esterni in modo da venire inghiottiti dalla prosa. devo dire che i capitoli lunghi non aiutano una lettura spesso rubacchiata nei brevi sprazzi di tempo libero!
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l'ho iniziato due volte.....ma non sono mai riuscita ad andare oltre le prime pagine.Noiosissimo.
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romanzo lento e difficile ,qualche pillola di saggezza , un po' di "sana" volgarità di "milleriana" memoria e nient'altro.
25 recensioni