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Romanzo vincitore del Premio Campiello 2019
La musica più pura, il più efferato dei delitti, in un gioco di specchi potente e sottilissimo.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L' espediente iniziale, non proprio nuovo, è il ritrovamento di un manoscritto, una cronaca del 1600. L'atmosfera è quasi gotica, condita da diversi cliché del genere. Il protagonista è Carlo Gesualdo da Venosa, principe e magrigalista dalle molteplici ossessioni. Intriso degli obblighi connessi al rango, egli non è però realizzato. Tarabbia gli fa dire:" Io avrei voluto soltanto poter cacciare e comporre." Il principe si chiede :"Perché non mi è stato concesso e la mia vita è stata un attraversamento di lutti e maledizioni?" Questo romanzo è in ascolto dell' interiorità, fin nei meandri più bui. La musica ne è la manifestazione dissonante, esagerata, barocca e incompresa. Sono, probabilmente, queste le caratteristiche che legano Carlo al genio di Igor Stravinsky. Di entrambi si può affermare: "Sembra aver voluto scollinare quella prigione che la limitatezza di suoni del suo tempo gli aveva costruito intorno." La lettura di queste pagine è consigliata soprattutto ad appassionati di romanzi storici e musicisti.
Racconto molto bello
Ricorrendo a diversi artifici narrativi, peraltro comuni in letteratura, quali il ritrovamento di un manoscritto, Tarabbia affronta il tema del male e del lato oscuro dell'uomo, facendoci riscoprire un personaggio, Gesualdo principe di Venosa, attraverso la Cronaca di Gioachino, suo servitore ed alter ego. Attraverso un romanzo che ripercorre le tappe di un uxoricidio e l'imprigionamento di un figlio illegittimo allevato nelle tenebre di una gattabuia, Tarabbia ci consegna un libro morale, che dipana squarci di luce sui temi della colpa e della penitenza e che disegna riflessioni evocative sulle potenzialità infinite della musica. Per dirla con le sue parole, "la musica non è infinita, essa rispecchia gli uomini e le donne... Infiniti però sono i mondi. Immaginate: esistono mondi e sistemi che non sono questo, in cui forse i rapporti tra i suoni sono differenti, e molteplici, e inimmaginabili da chi, come noi, vede solo questa parte della creazione. Probabilmente i suoni possibili sono centinaia, le note che risuonano nel cosmo sono migliaia, milioni: noi però abbiamo accesso soltanto ad una piccola parte".
Recensioni
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