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Questo libro è un'ottima occasione per approfondire la conoscenza di Massimo Riva. Fuori dalle luci del palcoscenico, sotto le quali spesso lo si vedeva saltellare qua e là, come un giullare. E' bello proprio conoscere il Massimo bambino che si appassiona alla musica, le sue radici, le sue debolezze, i suoi errori. Non mancano certo gli aneddoti divertenti. Si ride, si piange, ci si emoziona. Consigliatissimo!
Ognuno, da piccolo, ha i suoi miti, i suoi supereroi. Io da piccolo sognavo di suonare la chitarra, essendo rimasto folgorato da una Stratocaster rossa. Col tempo imparai a suonarla, andando prima a lezione (poco) e proseguendo per la mia strada (parecchio!). Divenni un discreto ritmico, ma un pessimo solista. Massimo Riva, classe 1963, è stato lo storico chitarrista ritmico di Vasco. Non lo si poteva non notare: era capace di “togliere la scena” a chitarre soliste del calibro di Solieri e Stef Burns. Eppure, in me ragazzino, aveva colpito proprio la figura di Massimo. La notizia della sua morte, appresa nei primi di giugno del ‘99, mi sconvolse e lasciò triste per parecchio tempo: quasi il crollo di un mito! Morire per overdose di eroina, sapendo che comunque si era disintossicato: passai parecchio tempo con l’amaro in bocca. Facciamo ora un salto temporale allo scorso anno: complici i social, scopro che Claudia Riva, sorella minore del compianto chitarrista, ne ha scritto un libro in sua memoria; cercato e acquistato immediatamente. La narrazione scorre veloce e leggera, è per lo più un sunto di ricordi familiari e memorie dei vari musicisti e amici che hanno conosciuto Massimo. Si ha l’impressione di essere in famiglia, in un clima festoso e accogliente, tipicamente modenese (Massimo e la sua famiglia, come, del resto, Vasco, sono di Zocca), quasi come se il lettore sia parte di loro, del racconto, nei momenti di vita familiare; se ne avverte la tensione, ma anche l’esplosione di emozioni quando vengono narrati i concerti e i momenti più creativi in studio; si respirano malinconia e tristezza nel momento in cui si attraversa la parte dove viene presentata la momentanea discesa della carriera solista, prima del rientro tra i musicisti di Vasco. Insomma, un libro emotivo e sentimentale che ha contribuito a rendermi, a distanza di tempo, più umana la figura di un mito di gioventù: non un semplice chitarrista, ma una persona straordinaria e un ottimo artista.
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