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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2004
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Sono passati piu' di 10 anni dal mitico 'Ragazzi che amano ragazzi', ma Paterlini e' riuscito ancora una volta ad emozionarmi: in questo libro diverse storie si intrecciano e propongono diversi modelli di matrimonio, di famiglia e di felicita'. Grazie Piergiorgio.
davvero molto bello, carta vincente del libro la chiave narrativa. Interessanti i vari personaggi che rendono "naturale" la quotidianità di un rapporto che spesso vive con le difficoltà dei pregiudizi. Lo consiglio a tutti coloro ricercano una lettura veloce e scorrevole. Complimenti Piergiorgio!
Io sono eterosessuale e anche cattolico praticante. Dopo aver letto questo libro, mi sono reso conto che le coppie omosessuali debbano avere gli stessi diritti e doveri degli eterosessuali. La chiesa ha fatto troppi danni, e continua a farne, vive nella completa ipocrisia, purtroppo. Pero' la fede è fede. Penso che non ci debba essere relazione tra fede e scelta sessuale. Ci sono famiglie disastrate con figli "appesi" tra il papà e la mamma,ma che vengono viste dalla chiesa come una "sana famiglia" solo perchè sposati e ci sono coppie gay che si amano e creano nucleo familiare stabile e fedele che la chisa descrimina. Tutto questo è una ipocrisia, e questo libro lo dimostra. Bella elttura, qualche lacrima, e molta voglia di cambiare il mondo, anzi questa ipocrita Italia tra cardinali e Berlusconiani. leggetelo anche se siete cattolici.
Recensioni
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Matrimoni è un oggetto ambiguo, di difficile definizione. Appare negli "Struzzi", storica collana einaudiana di saggi e non-fiction. La foto in copertina ritrae due uomini in accappatoio, visti dal polpaccio in giù, affianco a una madia; in terra una ciotola con del cibo per animali suggerisce un'idea di quotidianità. In quarta una citazione dal testo dichiara la predominanza della sostanza del termine matrimonio sul dato legale. Poi prosegue: "Dieci coppie gay e lesbiche (...) raccontano per la prima volta la loro quotidianità". Questo fa pensare a una raccolta di testimonianze, e allo "scandalo" che queste possono rappresentare. (Il contesto in rapporto al quale si parli di prima volta non viene dato). Più oltre: "Il diritto a essere raccontati - per gli esclusi - equivale al diritto di esistere. Anche per questa ragione in questo libro il confine fra saggio e letteratura si fa molto sottile. Anzi, le storie di Matrimoni si leggono come racconti". Dunque l'autore si incarica di un risarcimento: ha ascoltato storie mai prima raccontate e restituisce al diritto all'esistenza i/le loro protagonisti/e. All'interno, sotto il titolo "la cosa più normale del mondo", il libro prosegue così: "Gli omosessuali, le lesbiche, oggi, sognano il matrimonio".
La vaghezza scientifica dell'affermazione ne riconduce la responsabilità all'autore, che infatti in queste prime pagine, una sorta di introduzione al testo, parla di sé e del suo libro precedente, Ragazzi che amano ragazzi, che uscito da Feltrinelli nel 1991 ebbe eco e successo. Con questo libro, dove si raccoglievano testimonianze dirette di adolescenti gay, ciascuna contestualizzata con cenni biografici in nota, viene tracciata una parentela ideale e programmatica della quale si faticano a trovare tracce testuali. Segue la sezione "Ringraziamenti", che evidenzia l'autore in un entourage amicale ed editoriale mosso e affettuoso.
Matrimoni è diviso in dieci capitoli, ciascuno con un titolo ripreso nel testo. Dieci coppie parlano di sé, rinominate in uno e due, posti a capo, come in una pièce teatrale, di brevi blocchi testuali che si alternano secondo un ritmo diseguale (al maschile anche per le coppie lesbiche). Non la necessità di privacy è origine della rinominazione, ché i nomi vengono poi fatti all'interno delle narrazioni. uno e due parlano in prima persona, si rivolgono talvolta a un tu, talvolta a un voi. Una forte presenza di deittici vorrebbe rendere il testo vicino a un genere "in presa diretta", ma risponde a esigenze comunicative contraddittorie. L'uniformità stilistica d'altra parte smentisce l'ipotesi della testimonianza e il registro mima maldestramente il parlato negandolo con la presenza di frasi impronunciabili: "credo mi sia grato (...) per quello svezzamento che forse gli ha risparmiato qualche anno di solitari tormenti ", "un vecchio lavabo a vivaci colori smaltati ".
Le dieci coppie rappresentano una sorta di exempla basati su stereotipi correnti: uomo maturo e ragazzino, prete e seminarista, lesbiche una monogama l'altra traditrice, ecc. Tutti/e indefettibilmente parlano del proprio rapporto in termini di matrimonio. Il libro si conclude con un brevissimo saggio titolato Promessi sposi con qualche informazione sulle legislazioni correnti su coppie di fatto, Pacs, matrimoni. L'assunto generale che percorre il libro è che base unica (vien da dire: naturale) dei rapporti sentimentali sia la coppia e che nulla vi sia di più normale per una coppia che il desiderio, a coronamento del proprio status, del matrimonio. Tesi a sostegno della quale il libro dà ben pochi argomenti scientifici. Il testo così lo si può forse correttamente rubricare sotto il genere fiction, e comparire in una collana adeguata avrebbe aiutato il pubblico a dargli il giusto valore. In questo caso la confusione fra i vari "io", narrante, dello scrittore, del testimone, della figura pubblica, dell'interlocutore, poteva essere un dato interessante e, malgrado alcune forti incoerenze, significativo. Ma Matrimoni aspira a essere un saggio, e non ne ha affatto le caratteristiche minime.
Triste appare, in un contesto come quello italiano, così povero, che un libro come questo, dall'allure progressista, si faccia carico della conferma e della propagazione di stereotipi che si credevano ormai depotenziati.
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