La mente nuova dell'imperatore
- EAN: 9788817865524

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11/11/2020 08:45:18
Ne consiglierei la lettura a chi sopravvaluta le capacità dell'intelligenza artificiale e ai sostenitori della singolarità. A parte le idee sulla natura della coscienza, che rimangono a livello di ipotesi interessanti ma ancora prive di riscontro, le obiezioni dell'autore alla possibilità (anche in un lontano futuro) di costruire delle vere macchine pensanti sono decisamente fondate.
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18/06/2009 23:53:01
Un libro che si presenta difficile in alcune parti poichè si addentra in teorie di matematica pura e presenta numerose formule e schemi che spesso non sono direttamente attinenti al contenuto. Ciò è dovuto al fatto che Penrose vuole essere rigoroso nella sua esposizione. Tuttavia essendo egli un eccellente divulgatore riesce a spiegare cose molto complesse in termini comprensibili. Molto bella la parte inerente la macchina di Turing e la definizione di non-computabilità di alcune formule matematiche. Interessante la sua trattazione delle misteriose figure dei frattali. Chi dice che Penrose non capisce il teorema di Godel e come se dicesse che Carlo Rubbia non conosce la fisica. La trattazione finale che riguarda il suo tentativo di spiegare l'emergere della coscienza nel cervello umano e soprattutto la "funzione" che essa ha, è affascinante. Le ipotesi (anche speculative) su come la coscienza agisca per mettere a fuoco l'esperienza del mondo rispetto a quello che fa la mente inconscia. La sua teoria dei concetti "platonici" preesistenti alla mente umana ed altre teorie rendono questo libro un capolavoro.
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11/03/2009 15:33:16
Roger Penrose è uno dei più grandi fisici matematici viventi, ma affronta un argomento estremamente complesso: le basi fisiche della coscienza. Così come già in 'Ombre della mente', si sforza di dimostrare che alla base della coscienza vi sarebbero fenomeni di natura quantistica. A questo punto occorre fare due considerazioni. Primo: la fisica quantistica è alla base di qualsiasi sistema atomico e molecolare, quindi, siccome il sistema nervoso centrale, supporto delle attività mentali, è costituito da molecole, l'asserzione è tautologica. Secondo: non esiste attualmente nessuna dimostrazione nè teorica nè sperimentale che fornisca la relazione diretta tra il fenomeno coscienza e la fisica dei quanti. Il libro è ben fatto, ma quelle che l'autore riporta sono nulla più che congetture. Se lo si prende nel giusto verso è sicuramente un libro da leggere, ma se si vogliono trovare in esso risposte su uno dei più affascinanti misteri dell'universo, beh, non è il libro giusto.
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29/09/2008 16:05:50
Il libro pur essendo interessante, può essere abbastanza pesante per un lettore occasionale. Infatti Penrose e ben lontano dall'avere uno stile divulgativo facile e comprensibile a tutti; usa spessissimo notazioni e formule matematiche, che per il lettore non molto preparato possono risultare superflue se non addirittura incomprensibili. Invece per un lettore appassionato di fisica, e interessato all'argomento, può essere una lettura consigliata. La prima metà del libro è dedicata alla teoria, dalle descrizioni logico-matematiche (si va da Touring a Godel) alle leggi della fisica. Poi dopo aver chiarito le basi teoriche, alla fine del libro, Penrose si porta avanti con le sue teorie e le sue riflessioni, forse non pienamente condivisibili come qualcuno ha fatto notare in precedenti recensioni, ma sicuramente interessanti perchè frutto delle riflessioni di un grande scienziato del nostro tempo.
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07/09/2007 15:02:02
Il mio giudizio su quest'opera è ambivalente: da un lato, lo considero un tentativo clamorosamente sbagliato di confutare le teorie meccnicistiche della mente. Il suo principale argomento, che si basa su una interpretazione completamente erronea del teorema di Goedel, risale in realtà agli anni '60 (o '70?), e venne proposto per la prima volta da un certo Lucas, e già allora venne facilmente criticato e demolito. L'argomento in effetti potrebbe essere usato in un esame di logica elementare, per verificare l'esatta comprensione del teorema di Goedel da parte di uno studente. Tutto il resto, dalla teoria della relatività ai quanti, non si capisce bene che c'entra: come è stato detto, il sillogismo di Penrose sembra essere "la fisica quantistica è misteriosa; la mente è misteriosa; ergo, la soluzione al problema della mente la si trova nella fisica quantistica". D'altra parte, se si prescinde da quelle sono le finalità del libro, è un testo che non si può non consigliare perché si tratta davvero di divulgazione di eccellente livello, forse l'esempio migliore che abbia mai trovato. Non è uno di quei testi alla Zichichi che vogliono dare al lettore l'illusione di aver imparato qualcosa su argomenti difficilissimi ricorrendo solo a qualche metafora fumosa e lasciando tutto nel vago: qui è richiesto un certo sforzo, che però viene premiato da una effettiva migliore comprensione di certi temi, e anche della loro complessità.
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19/02/2007 10:46:00
Questo libro lo definirei di "filosofia della scienza"; Penrose tratta una quantità incredibile di argomenti - dalla computabilità secondo Turing alla meccanica quantistica, alla fisiologia del cervello - per cercare di rispondere alla domanda "la nostra coscienza è limitata dal teorema di indecidibilità di Gödel?" che poi è un modo diverso di dire "la coscienza è qualche cosa di algoritmico oppure no?". Il percorso mostrato nel libro è estremamente interessante e spiegato con relativa chiarezza, per quanto possano essere chiari i temi trattati; vale la pena di leggere il libro semplicemente per quello. Le conclusioni filosofiche di Penrose mi paiono invece piuttosto deboli. Intendiamoci: non che io abbia la Risposta, anzi; però l'idea che la nostra mente possa operare a livello quantistico e quindi non abbia i limiti gödeliani mi pare un po' troppo ad hoc per potere essere considerata valida razionalmente e non fideisticamente. La traduzione è scorrevole, ma almeno nella prima edizione rilegata che ho letto alcuni termini tecnici - "supercorde" invece che "superstringhe" a pagina 9, "calcolo lambda" invece che "lambda-calcolo" a pagina 79 - sembrano essere stati tradotti senza verificare come sono effettivamente chiamati in italiano. Inoltre in vari punti (pagine 168 e 171, e nell'ultimo capitolo) si trova "logaritmico" invece che "algoritmico": non è che siano proprio dei sinonimi...
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19/11/2005 14:05:26
Questo libro rappresenta lo stato dell'arte della divulgazione scientifica e solo un GRANDE fisico-matematico come Roger Penrose poteva concepirlo! Il tema del libro è l'intelligenza artificiale (IA) e la problematica mente/computer: la mente umana può essere considerata (in ultima sintesi) un computer sofisticatissimo basato su algoritmi, un “sistema” computabile e riproducibile? Al contrario i computer e in particolare l'IA riuscirà un giorno a "simulare" completamente la mente umana ivi compresa la coscienza e i sentimenti? Per rispondere a queste delicate tematiche, alle quali Penrose risponde di NO, procede per gradi, introducendo il lettore, con maestria, descrivendo senza banalizzare le teorie più accreditate che “cercano” di interpretare il mondo “reale”, teorie apparentemente molto distanti dal tema principale del libro (l'IA appunto) ma che al contrario sono ben amalgamate e diventano un percorso necessario per lo studio del funzionamento della mente umana e delle leggi fisiche che la “governano”. Il libro pone anche importanti interrogativi e temi di riflessione sulle teorie fisiche, tanto che il lettore che si avvicina per la prima volta ad esse potrebbe essere indotto a pensare e condividere il pensiero estroverso di Bertrand Russell: “La matematica è una scienza nella quale non si sa di cosa si parla e non si sa se le affermazioni che vi si fanno sono vere o false” e in casi estremi a condividere il pensiero di Alfred North Whitehead “Regola sicura: quando un matematico o un filosofo scrivono cose nebbiosamente profonde, enunciano delle assurdità!”. Penrose “semplicemente” evidenzia, coscientemente, i limiti oggettivi di tali teorie con interessanti “esperimenti mentali” e (apparenti) paradossi convincenti che accreditano i limiti “qualitativi” delle teorie stesse, l’Autore si spinge oltre sostenendo che attualmente non abbiamo le conoscenze fisiche (ovvero la “fisica”) per descrivere il funzionamento della mente infatti sembra mancare “qualcosa”…! In sintesi: un libro straordinario! Leggetelo!
