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Avventura e azione la fanno da padrone nei romanzi di Cussler. Questo romanzo non fa eccezioni!
Cito Wikipedia: "Da un punto di vista strettamente narrativo, le avventure descritte da Cussler (specialmente nei romanzi di Dirk Pitt) sono un incrocio tra le avventure di James Bond e Indiana Jones, descritte spesso con un piglio ironico ma anche con un ottimo senso del drammatico". E' questo che ci si attende dai romanzi con protagonista Pitt, ed è una delusione vederlo relegato quasi ad una figura di contorno, spento, (almeno fino a metà libro, e sono quasi deciso a smettere di leggerlo), solo sporadicamente chiamato ad usare la sua mente inventiva ed il suo fisico da "Superman". Facendo la somma delle cicatrici accumulate da Pitt nelle sue precedenti e successive imprese si supera di certo il centinaio. Qui, per ora, solo missioni di routine. E che dire di Giordino, che appare poco più che una comparsa?! Insomma una delusione.
Scritto nel 84 e pubblicato in Italia diversi anni dopo per molti aspetti Missione Eagle può essere considerato il seguito di Salto nel Buio. Un seguito sì, ma indiretto, se nel primo (in ordine cronologico) infatti tutta la vicenda verte sulla tensione tra Stati Uniti e Canada in Missione Eagle si tirano in ballo i dissidi tra Usa e Urss, se nel primo molta della vicenda è legata ad un documento su un treno scomparso, nel secondo l'ambientazione ritorna ad essere quella marina e famigliare allo scrittore. Qual è dunque il trait d'union tra i due romanzi? L'atmosfera. L'atmosfera e lo stile con cui viene dipinta da Cussler: quella medesima aria cupa e fredda che respirano i personaggi disincantati e stanchi, quella medesima eroica sopportazione contrapposta al perseverante arrivismo e alle pacchiane prove di forza di due popoli nemici durante la guerra fredda. E'il retroscena dunque il tratto comune ai due libri, comune e tuttavia differente poiché nel primo la guerra è accennata solo di rimando, nel secondo invece è affrontata di petto, in tutto il suo crudo realismo e la sua letale macchinosità, o così pare all' inizio. Cussler infatti immischiandosi nelle tematiche dell'epoca, rilegge la vicenda, la estrapola e la rielabora a suo modo infarcendola con molta immaginazione e qualche immancabile stereotipo. Il risultato è un romanzo che se per certi aspetti è affascinante per la sua singolarità, per molti altri è credibile quanto Pippo che mangia le noccioline e gli spunta il mantello azzurro. Salto nel Buio a detta di molti (e dell'autore stesso) è il libro migliore di Cussler, questo invece, pur ricalcandone il respiro narrativo, fa della inverosimiglianza l'elemento principale, conferendo al testo i toni di un'opera minore, forse cinematografica ma di quel genere di cinema che tanto concede agli effetti speciali e poco all'autenticità dei fatti. In sostanza è questo un volume che in libreria sarà sempre adombrato dal fascino del testo precedentemente contiguo
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