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Anno edizione: 2021
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In questo, veramente notevole, "spaccato" della vita Marsigliese della prima metà dell'Ottocento, Zola con il suo "speciale" occhio e stile giornalistico intreccia una vicenda amorosa "scottante" tra la classe patrizia e il mondo operaio repubblicano. Logicamente osteggiata dal nobile Zio della fanciulla patrizia, porterà all'arresto e al processo del repubblicano Filippo, con ulteriori svolgimenti e colpi di scena fino ad arrivare ai moti del 1848. Impietoso spaccato della società marsigliese disposta a qualsiasi compromesso pur di raggiungere la ricchezza e la relativa..."visibilità" sociale, fronte alla miseria del popolo. Come in tutte le opere di Zola emergono i principi di giustizia e libertà contro i soprusi operati dal "Potere" in cui credeva. Zola è uno dei pochi Autori Classici dell'Ottocento che si legge come un autore moderno, grazie al suo stile giornalistico asciutto.
Il modesto Filippo, repubblicano e campione del popolo, si innamora della figlia di un notabile di Marsiglia. Ne è ricambiato. I due provano a fuggire ma vengono bloccati; lui viene naturalmente arrestato. Grazie all'iniziativa di suo fratello Mario, la città si solleverà in sommossa. A volte il successo deriva da fattori casuali, come una scelta rispetto a un'altra davanti a un bivio perfettamente simmetrico. Nel 1867 Emile Zola, ancor giovane e promettente autore, si presentò al pubblico con due romanzi ambiziosi e pubblicati l'uno in coda all'altro. Uno era 'Les Mystères de Marseille', romanzo d'appendice ispirato al modello di Eugene Sue e quindi a un genere molto fortunato in Francia; l'altro era 'Terese Raquin', piccolo e meraviglioso laboratorio del naturalismo. Entrambi ebbero un certo successo. Ma, dovendo scegliere se diventare emulo di Dumas o erede spirituale di Balzac, il 27enne Zola scommise sulla seconda possibilità. Per nostra fortuna, oserei dire. Infatti anche scrivere robaccia richiede una dose di talento e una serie di tecniche. Bisogna capire i desideri e le aspettative del pubblico, saper usare le parole giuste al momento giusto e - perché no? - anche essere un po' cinici: al diavolo l'arte, bisogna prima di tutto vendere. Dumas è stato il principe in questo ambito: romanzoni che diventano soap opera, con colpi di scena alla Beautiful. Zola era evidentemente troppo lontano da questa concezione commerciale della scrittura.'I misteri di Marsiglia' è un brutto romanzo perché si prende troppo sul serio pur appartenendo a un genere che, per definizione, non deve farlo. Un incidente, per fortuna, senza troppe conseguenze.
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