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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2023
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Un capolavoro. Da ascoltare e riascoltare. Uno dei migliori dischi del decennio.
Aleggia in questo lavoro il senso 'dell'Uomo nel suo divenire' ma anche quella dimensione sospesa tra le rovine e la decadenza politica, culturale, economica, sociale e del potere e una strada percorribile, anche se ostica, nel deserto. Il lavoro in questione sprigiona tutto il malessere esistenziale dell'Uomo di oggi, in balia dei dogmi odierni, miranti ad appiattire le vite, rendere tutti come larve. Emblematica è la citazione 'ci salveremo disprezzando la realtà' di Jacopone. Il disco si snoda in varie tematiche, consuete nel repertorio del gruppo, ma vagliandole alla luce di una dimensione prettamente spirituale che l'Uomo ha dimenticato. Non è un caso che il titolo dato all'album è preso a prestito da un'antologia di santi e mistici scritta da Elemire Zolla. Nessuno oggi, che ne sappia, si sia spinto a sfornare un lavoro così ambizioso, ostico e 'inattuale'! Solo loro potevano farlo. L'Italia non possiede nessuna realtà musicale pregevole: band tutte uguali, lagne tutte uguali, note tutte uguali, tematiche tutte uguali (mi vien da dire, il 'branco di coglioni' citato in 'I Mistici dell'Occidente, il pezzo) anche le facce, oserei dire, tutte uguali. I Baustelle sono un'entità fuori da tutto e tutti. Insieme a Battiato e pochissimi altri, ma davvero pochissimi, sono un'eccezione. Non è un caso che la loro attitudine è, pressapoco, come quella del grande Zolla. Bravi. Bravi davvero.
Ennesima "prova di forza" del GRUPPO ITALICO DEL DECENNIO! Seguo i Baustelle sin dall'inizio del nuovo millennio ("Sussidiario illustrato della giovinezza"), ed ho avvertito un progresso costante da un lavoro all'altro! Smussate le inevitabili ingenuità degli esordi, il gruppo ha aggiunto man mano al talento indiscusso una maturità da non intendersi però come un comodo adagiarsi sugli allori, bensì nell'affinare la capacità unica di entrare a gamba tesa negli argomenti trattati, anche a costo di risultare a volte addirittura sgradevoli nella loro sincerità! Di questo ultimo CD amo particolarmente LE RANE, in quanto riesce a scavarmi interiormente, facendo affiorare in superficie rimpianti mai sopiti sul "... tempo che ci sfugge, ma il segno del tempo che invece rimane.....". Il brano si chiude poi con un vero e proprio happening sonoro che abbraccia molteplici generi - leggera Psichedelia, geometrie da Space Rock metà anni '70, sentori Morriconiani.... -, molto evocativo, insomma. Che dire di più? Bravi, e cercate di stare sempre in salute..... NOI abbiamo bisogno di VOI!
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