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Il titolo è quello del primo dei tre racconti, seguito da “Il Signor Levi” e da “Nostalgia”. Racconti scritti tra il 1974 e il 1975 e ambientati tra maggio 1946 e settembre 1947, proprio alla vigilia dell’evacuazione delle truppe inglesi dalla Palestina (il mandato britannico nel settore era durato dal 1920 fino al 1948). Nei primi due racconti l’eroe e narratore è un ragazzino (Uriel) che, nelle vesti di piccolo Napoleone, sogna il riscatto del popolo ebreo dalla dominazione britannica (e la lotta contro il popolo arabo per la conquista del territorio) e passa le giornate in vedetta sui tetti e spiando i movimenti delle truppe inglesi in Gerusalemme e dintorni. Questi sono i due racconti più godibili e ben strutturati. Il terzo invece, un lungo elenco di lettere scritte dal Dr Nussbaum, malato terminale di cancro, all’amata Mina che lo ha abbandonato, migrando in America, è più uggioso e ben poco incisivo, anche se pure in questo compare il fiero combattente in erba Uriel, che vorrebbe, con l’aiuto dello stesso dottore, fabbricare bombe incendiarie ed esplosivi per l’imminente lotta senza quartiere contro i nativi palestinesi, che sicuramente insorgeranno in armi dopo l’evacuazione degli inglesi. Tutti e tre i racconti sono permeati da una forte tensione, l’attesa spasmodica di eventi incombenti dagli esiti imprevedibili. C’è un punto oscuro, in quanto nei racconti si parla della resistenza ebraica, come se fossero dei partigiani scesi in campo per liberare il proprio territorio dall’invasore, come successe da noi in Italia nella Seconda Guerra Mondiale. La realtà era ben diversa: gli ebrei erano il popolo invasore che, tramite l’Irgun Gang (il cui comandante era Menachem Begin) e la Banda Stern, s’impossessarono manu militari dei territori palestinesi e li confinarono nella Gaza Strip, una prigione a cielo aperto dove, a tutt’oggi, questo popolo è continuamente martoriato dallo Stato Sionista.
mi è piaciuto molto questo libro, del resto non è il primo dell'autore che leggo. stranamente, però, l'ho letto un po' a rilento, leggendo anche altre cose. Ma non ne ho mai perso il gusto e lo consiglio
Pur non essendo dei migliori lavori di Oz, anche questo è un buon libro. Si compone di tre parti, di tre racconti uniti da alcuni personaggi che compaiono in tutti e tre, in particolare il bambino Uri. Siamo alla vigilia della proclamazione dello Stato di Israele, a Gerusalemme: la parte ebrea è minacciata da una parte dagli inglesi che se ne stanno andando, e dall'altra dagli arabi che non accettano la nascita di Israele.
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