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L'ho acquistato e letto subito dopo "Le spose sepolte" (che mi è piaciuto molto) e non mi ha deluso. Avvincente la trama (complessa ma non complicata) che intreccia "cold case" e presente in un disegno che si compone pian piano lasciando aperti più interrogativi. Piacevoli le figure femminili che, senza cedere ma anche senza rabbia e con lucidità, si impegnano nell'affermazione di sé in contesti prettamente maschili e maschilisti. E' difficile fermarsi nella lettura. Scrittura scorrevole e intrigante .
Primo libro che leggo di questa autrice. Molto buona la scrittura, le descrizioni dei vari personaggi e la tensione che sa creare alternata a momenti più leggeri. L'indagine scivola da situazioni all'apparenza inverosimili a una conclusione forse un po' forzata ma tutto sommato logica. Molto apprezzati i riferimenti alla cultura classica latina e, in minor misura, greca. Consigliato anche per le riflessioni sulle problematiche adolescenziali. 5 stelle voto 8
Scrivere un giallo è molto difficile; orchestrare un buon libro giallo è un'impresa per grandi scrittori. Marilù Oliva si cimenta con un genere leggero per il lettore ma estremamente complesso per l'autore e, nonostante qualche ingenuità, riesce tutto sommato abbastanza bene nell'impresa. Buono lo spunto, un po' claudicante la trama troppo poco credibile. Il lettore è comunque sapientemente fuorviato e, cosa non scontata, rimane sorpreso dal colpo di scena finale. La protagonista incappa in qualche cliché ormai usurato e la caratterizzazione del suo personaggio oscilla, al tempo stesso, tra lacune descrittive e dettagli piuttosto irrilevanti che annoiano e allungano inutilmente il brodo. Senza infamia e senza lode, dunque, ma con buon prospettive di miglioramento.
Recensioni
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È una vera e propria discesa all’inferno quella che unisce i destini degli studenti che nel 2004 frequentavano la V G del prestigioso liceo Marco Tullio Cicerone di Bologna. Morti violente, sparizioni misteriose, casi di pazzia legati a mix di droghe. E una canzone inquietante scritta da alcuni di loro in perfetto latino.
Inquietante non solo perché inneggia alla morte, ma perché descrive, anni prima che accadano, le tragiche sorti a cui gli studenti della classe vanno incontro in una stessa data in anni diversi: il 21 febbraio, da quando nel 2004 scompare il ragazzo più bello della classe, Lorenzo.
A questa scomparsa seguono morti terribili, omicidi travestiti da suicidi e incidenti, alcuni negli anni immediatamente successivi, altri a distanza di un decennio. Uno ogni anno.
Fino al 2019, quando la sorella di una delle vittime, ripescata annegata nei pressi di Padova, non crede né all’incidente né al suicidio. E si rivolge alla questura di Bologna dove le indagini vengono affidate all’ispettore Micol Medici della Squadra Omicidi.
In “Musica sull’abisso” (HarperCollins), Marilù Oliva ci fa entrare nella pancia dell’Ade in una storia fatta di segreti, vendette, paure, relazioni tra adolescenti che oltre l’apparenza nascondono misteri. E dove il senso della morte in agguato è un vero e proprio personaggio. È il motore che regge le fila degli avvenimenti.
La scrittura di Marilù Oliva è colta, fine, profonda, ti lega alla storia senza lasciarti possibilità di fuga. La soluzione è lì, ma il ritmo incalzante e cupo impedisce quasi di vederla. Immagini dirette, descrizioni che alla poesia dei paesaggi e dei sentimenti alternano la crudezza della morte. E quei rimandi a citazioni letterarie, artistiche, storiche, mitologiche, finanche alle caratteristiche delle pietre, che donano una ricchezza particolare, una connotazione ancora più profonda e interessante all’intero romanzo. Che ancora una volta non manca di porre l’accento anche sulle difficoltà che una donna incontra sul lavoro e nella vita.
Gli incubi di Micol che l’aiutano a fare ordine negli indizi che raccoglie rendono ancora più cupa l’intera storia fatta di delitti che nascondono la verità proprio come se questa fosse divorata dalle fiamme dell’inferno. La descrizione di Bologna è bellissima, la città si staglia davanti al lettore togliendogli ancora di più il fiato in un gioco di fascino e di mistero.
Coinvolgente l’alternarsi dalla terza alla prima persona: la terza caratterizza le indagini e la vita di Micol, la prima porta indietro nel tempo e dà voce alle vittime di questo di questo terribile mistero.
Marilù Oliva sa parlare al cuore e all’anima.
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